Boom Fernandes, Borghetti: "Non era un predestinato, Novara ci puntò per 40mila euro"

Non solo Amad Diallo ha illuminato la scena di Old Trafford in Manchester United-Milan, ma l'andata degli ottavi di finale di Europa League sono stati un'altra occasione per vedere la crescita esponenziale di Bruno Fernandes. Il portoghese ha servito un assist capolavoro per il provvisorio 1-0, ennesima giocata da campione che da un anno a questa parte sta riportando i red devils nella loro giusta dimensione. L'Italia se l'è goduto per cinque anni, fra Novara, Udinese e Sampdoria. Ai microfoni di Tuttomercatoweb Mauro Borghetti, direttore sportivo degli azzurri e nel 2012 responsabile del settore giovanile, è stato colui che ha creduto nel potenziale del giocatore, prelevandolo dall'Under 19 del Boavista. Ma che effetto fa oggi vederlo al "Teatro dei sogni"?: "Fa un effetto particolare, non c'è dubbio - ammette -. Tutto quel che sta facendo, oltre ad essere meritato, è anche un po' una sorpresa. Del resto quando presi quel ragazzino dall'Under 19 di una squadra di terza divisione portoghese non pensi che possa fare questo percorso. Negli anni ha avuto una crescita esponenziale e devo dire che in un certo senso ha recuperato il tempo perduto".
Non abbiamo le controprove, ma crede che se fosse immediatamente andato in una big il suo percorso sarebbe stato più veloce?
"Magari si sarebbe messo in evidenza prima, chi può dirlo. Non era un predestinato, non ha fatto un percorso di nazionali giovanili importante. Ha avuto i suoi tempi, forse aveva bisogno di un percorso di questo tipo. Sono contento per quello che sta facendo e per come l'ho conosciuto io, nel contesto di Novara, è sempre stato un ragazzo umile, entrato nel modo giusto. Il Novara è stato importante per lui, gli ha dato una possibilità. È successo con altri ragazzi e non è uscito niente, Bruno è stato bravissimo a emergere".
Lei come è arrivato a scoprire Bruno Fernandes?
"Eravamo in Serie A ma iniziamo a pianificare la stagione successiva. Facciamo una riunione col direttore sportivo Cristiano Giaretta e il responsabile scouting Javier Ribalta, che aveva alcuni nomi annotati con ruolo e costo dell'operazione: individuiamo il nome di Bruno Fernandes, sul quale Ribalta aveva avuto delle indicazioni, e voliamo in Portogallo. Ricordo che siamo partiti un sabato mattina per andare a vederlo dal vivo: devo dire che non si presentava come atleta modello, perché era magrolino e con una postura particolare, inoltre non è che avesse fatto la partita della vita, ma si vedevano tecnica e personalità. Dovevamo spendere 40 mila euro per un Primavera, perché lì avrebbe dovuto giocare, di una squadra che si apprestava a giocare in Serie B. Insomma, non era nemmeno scontato il via libera della società. Giaretta però ha assecondato il mio giudizio e da lì è partito tutto. Insomma, noi ci abbiamo creduto, qualche altra società al quale è stato probabilmente proposto no".
