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Il 2023 da incorniciare di Lautaro: ora il rinnovo. Inter squadra vera: è stata la mano di Inzaghi

Il 2023 da incorniciare di Lautaro: ora il rinnovo. Inter squadra vera: è stata la mano di InzaghiTUTTO mercato WEB
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domenica 10 dicembre 2023, 07:00Serie A
di Ivan Cardia

"Si vede la mano di Inzaghi". Lautaro Martinez, l'ennesimo attaccante migliorato da un allenatore che ormai scherza anche sul soprannome "demone da Piacenza", lo ammette candidamente. C'è tanto di Simone Inzaghi nella crescita, dei nerazzurri e del loro capitano, che con il 4-0 all'Udinese di ieri sera è salito a 28 gol nel 2023, un anno iniziato col mondiale e che per questo non può certo finire ancora meglio, ma è tutto fatto di sorrisi. E merita un capitolo a parte.

Un 2023 da incorniciare. In Qatar, inutile girarci attorno, il Toro non è stato il grande protagonista dell'Argentina. Ha tirato un rigore pesante, questo sì, ma poi poco altro, il posto gliel'ha rubato Julian Alvarez. Giocava con le inflitrazioni, l'ha raccontato il diretto interessato nei giorni scorsi: difficile fare di più. La sensazione, però, è che il successo della Seleccion abbia cambiato molti dei giocatori in uomini. Almeno, che questo sia successo con Lautaro: è tornato più leader che mai, l'addio a Lukaku e Dzeko in estate gli ha fatto ancora meglio. Al centro della chiesa interista. Coi gol: ne ha segnati 28 nell'anno migliore della sua carriera, ha cinque gare per migliorare il record di Vieri e Milito nel terzo millennio. A breve festeggerà anche il rinnovo, altro gesto da guida per i compagni: in questo momento potrebbe andare ovunque, in estate ha rifiutato tanti soldi. Prolungherà a breve, al massimo nelle prime settimane del 2024, avrà in dote un adeguamento ma non un contratto d'oro - 8 milioni coi bonus - e questo non è un dato secondario.

È stata la mano di Inzaghi. Di Lautaro, s'è già detto: con il piacentino, del resto, i centravanti segnano come non mai e non è una novità. Dell'Inter, non ancora. Ma pure lì c'è tantissimo di Simone Inzaghi. Che resta serio, pensa ai prossimi ostacoli, sa che il calcio è una turbina che tritura tutto, dimentica soprattutto l'altare ed è un secondo che ti presenta il conto. Un anno fa, di questi tempi, era prossimo a un processo, interno ed esterno. Non lo scorda, sa che ci saranno ostacoli in una stagione che sembra avere il finale già scritto e invece va vergata una riga dopo l'altra. Dal 4-0 all'Udinese, tutto sommato non una partita impossibile e che invece era temuta come una sfida a un'altra big, è arrivata una nuova risposta. Più importante a livello psicologico che tecnico: l'Inter è diventata una squadra vera, che sa cosa vuole e come prenderselo. Che magari sbanderà, ma forse meno del previsto. È stata la mano di Inzaghi.

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