Inter, salvate il soldato Asllani: senza Calha, con l'Empoli deve toccare a lui

La soluzione migliore, in verità, l'Inter l'aveva trovata a fine estate. I dirigenti nerazzurri avevano impostato le basi per uno scambio con il Sassuolo: Maxime Lopez nerazzurro, Kristjan Asllani in Emilia. L'affare non si è fatto, soprattutto, per i dubbi del giovane centrocampista albanese: quando Simone Inzaghi spiega che sono arrivate tante richieste e la società ha deciso di trattenerlo, dice una mezza verità. Sì, in viale della Liberazione hanno chiuso la porta a ipotesi di cessione a titolo definitivo, per esempio silenziando le sirene da Brighton. Ma, negli ultimi giorni di agosto, all'ex Empoli è stato, più o meno chiaramente, fatto presente che una partenza in prestito sarebbe stata la scelta ritenuta più saggia per tutti. Per Asllani, che avrebbe potuto trovare più spazio. Per l'Inter, che avrebbe mantenuto il controllo su un giovane stimato e nel frattempo messo in rosa un elemento di maggior affidabilità nell'immediato. La quadra, come noto, non s'è trovata. Il resto è cronaca recente.
Male a San Sebastian. Nel mezzo naufragio tattico e tecnico dell'Anoeta, il regista classe 2000 non ha rubato la scena. Chiamato a prendere il posto di un giocatore chiave come Hakan Calhanoglu, ha sbandato come tutta l'Inter. Che giocatore sia Asllani, a oggi, è abbastanza complicato dirlo. La dirigenza nerazzurra ha sborsato tanti soldi per portarlo a Milano: escludendo riscatti già decisi, è stato il giocatore più costoso dell'estate 2022. Inzaghi gli ha dato spazio a singhiozzo: appena sette presenze da titolare nella scorsa stagione. Per completare il quadro, le risposte del ragazzo non sono state sempre entusiasmanti, per quanto un minutaggio così basso renda molto più complicate sia la valutazione che la continuità.
A Empoli tocca ancora a lui? Se c'è Calhanoglu - se ne saprà di più nelle prossime ore - gioca Calhanoglu. Su questo, zero dubbi. In assenza del turco, la prestazione negativa nei Paesi Baschi induce a riflessioni: da un lato, dirottare Mkhitaryan; dall'altro, confermare Asllani. Vincesse l'armeno, suonerebbe pesante la stroncatura nei confronti dell'albanese. E sarebbe, senza troppi giri di parole, un errore. È vero che, tra pregi e difetti, Inzaghi non è un allenatore che ami affidarsi troppo a giovani: lo dice la sua storia, non glielo si può imputare oggi, e per questo la soluzione di cui leggete nelle righe iniziali avrebbe salvato capra e cavoli. Avendolo in rosa come vice Calhanoglu, però, preferire un altro giocatore, specie dopo la brutta prova con la Real Sociedad, si correrebbero due rischi. Uno: deprezzare ulteriormente un investimento. Due: "perdere", anche a livello numerico visto che pure Sensi - a proposito: pare che lo stop non sia legato a un nuovo infortunio, ma a quello che già l'aveva fermato prima della Fiorentina - non c'è, un centrocampista potenzialmente molto utile nelle rotazioni. Per queste ragioni, pur senza farne un caso, giova ripeterlo: bruciare Asllani sarebbe un errore.
