L'allievo Maresca sfida il suo maestro Pellegrini. Entrambi a caccia di un titolo storico

Enzo Maresca per emulare i suoi illustri connazionali che lo hanno preceduto, Manuel Pellegrini per regalare alla Siviglia biancoverde una prima volta storica in Europa. Tra poco, a Breslavia, scenderanno in campo Chelsea e Betis per l'attesa finale di Conference League. Chi succederà a Roma, West Ham ed Olympiacos nell'albo d'oro della più giovane competizione continentale?
I due allenatori
"Con lui ho un rapporto bellissimo perché mi ha aiutato molto. Gli devo tanto e se oggi sono dove sono è anche per merito suo". Così Maresca ha parlato di Pellegrini qualche giorno fa, ricordando l'"apprendistato" con El Ingeniero nel West Ham. Un anno e mezzo di formazione (dopo quello svolto a Siviglia con Montella) prima di approdare al Manchester City e lavorare a stretto contatto con Pep Guardiola. La prima esperienza in solitaria, a Parma, è da dimenticare, ma la seconda è quella giusta: alla guida del Leicester conquista la promozione in Premier League, un successo che gli vale la chiamata del Chelsea. Stasera, a 45 anni, può entrare nella storia del club londinese centrando il Grande Slam, sulle orme dei grandi allenatori italiani - da Vialli ad Ancelotti, passando per Conte, Sarri, Di Matteo e Ranieri - che hanno lasciato un segno indelebile del loro passaggio.
Sull'altra panchina, invece, ci sarà uno dei tecnici più esperti del mondo. Settantadue anni da compiere, quasi 40 di esperienza, partendo nel 1988 dal suo Cile fino all'approdo in Europa, nel 2004/05: Villarreal, Real Madrid, Malaga, Manchester City, West Ham e ora Betis, dove allena da cinque stagioni e ha conquistato una Copa del Rey. Per il resto pochi trofei (mezzo disastro al Real, una Premier e due Coppe di Lega col City) ma tanti riconoscimenti sul piano umano e la capacità di rinnovarsi sempre. Un insegnante da cui anche il suo rivale ha imparato tanto.
