La scelta migliore: così Baldanzi è il leader e la star dell'Empoli a soli vent'anni

C'è modo e modo di avere vent'anni. Nel caso specifico di Tommaso Baldanzi significa essere già un leader, incoronato dalla piazza e benedetto dal talento. Chiaro che nell'ultima estate, condita dalle cessioni milionarie di Guglielmo Vicario e di Fabiano Parisi, si aspettasse pure lui di vestire una maglia d'altri obiettivi e prestigi. Però dopo una (una!) stagione da stellina, l'Empoli ha ben deciso che non era ancora l'ora di fargli spiccare il volo. Ha resistito davanti alle proposte e poi Baldanzi ha capito, e presto lo realizzerà a fondo, che questa è stata la strada più opportuna. Non affrettare i tempi ma crescere anche sotto il punto di vista della leadership, del carattere, della personalità. Essere quello che, nelle difficoltà, a vent'anni deve caricarsi la squadra sulle spalle.

Primo gol. Un segnale
Così non poteva che essere suo il primo gol di una stagione travagliata per l'Empoli, fino a quel momento zero reti, zero punti, zero vittorie, zero pareggi ma solo sconfitte, cinque, solo reti subite, tredici. Poi l'arrivo di Aurelio Andreazzoli, che ha ripreso il suo posto, sostituendo un Paolo Zanetti che dopo le gran belle cose dell'ultima annata non ha saputo trovare le pagine giuste del libro azzurro dell'Empoli. Serviva una svolta, è arrivata in panchina, e contro la Salernitana i toscani hanno dimostrato che la stagione è ancora agli albori e che c'è tempo e strada per tutto.

Futuro da grande
Che la scelta di andare avanti insieme sia stata la più opportuna lo dimostrerà il tempo ma la sensazione è che così sia stato. Con Andreazzoli ha definitivamente ritrovato il suo posto tattico nel mondo e in fondo, in questo preciso momento storico, tra le squadre di fascia alta e altissima, non ce n'è una che utilizzi un calciatore in quelle mattonelle. Così da questa stagione passerà una crescita di carattere e struttura che gli permetterà anche di esser poi più duttile, di smussare gli angoli, di sapersi adattare, di capire ancora meglio che c'è un momento per tutto. Come quello per il gol. Quello della ripartenza azzurra, non poteva che essere suo.