TMW RADIO - Lo Monaco: "Locatelli pronto per la Juventus. Non vedo Insigne lontano da Napoli"


Il dirigente sportivo Pietro Lo Monaco è intervenuto a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. Di seguito le sue dichiarazioni:
Il Chievo è stato escluso dalla Serie B, altri 5 club di Lega Pro non sono in regola. Qual è il suo pensiero?
"Si ingigantisce sempre di più e questa è una notizia bruttissima, che annulla anche gli effetti bellissimi della vittoria dell'Europeo perché perdere 6 squadre professionistiche arrivate al capolinea è un segnale chiaro della situazione in cui versa il nostro calcio professionistico. Il problema non è solo a livello di squadre di Serie C o, nella fattispecie, di una di Serie B, ma generale. Ci sono tante squadre anche di Serie A con i bilanci abbastanza dissestati quindi urgono le riforme, urge sistemare le cose in maniera tale che si possa avere un percorso più lineare del nostro calcio professionistico".
Si doveva approfittare della situazione dell'anno scorso per ripartire, ma non lo si è fatto. Da cosa dipende l'immobilismo?
"Evidentemente dal coraggio nel mettere in atto i giusti provvedimenti. Dispiace dirlo, ma 60 squadre professionistiche solo nel campionato di Serie C sono troppe. Il sistema non ce la fa a sopportarle e ogni anno abbiamo delle defezioni, più o meno dolorose. Urge la riforma, ma per farla ci vuole coraggio e l'accettazione di tutto il sistema che deve capire che così non può andare. Bisogna trovare il rimedio affinché diventi sostenibile il calcio professionistico".
E' stato approvato il ritorno ai gironi che favorirà anche i derby.
"Quando a una squadra di Serie C levi quel minimo di proventi che vengono dagli incassi al campo, dagli abbonamenti e dal marketing... Gli stai dicendo che i presidenti devono fare da soli, altrimenti è inevitabile la fine. Va cambiata anche quella che è la Melandri, effettivamente nel calcio professionistico di Serie C, quello che ti arriva da parte del discorso Melandri è ridicolo ed è impensabile che le squadre possano andare avanti da sole".
E' d'accordo con chi dice che l'Italia all'Europeo non aveva un centravanti di spessore internazionale?
"Queste affermazioni lasciano il tempo che trovano perché il capocannoniere dell'Europeo è stato Schick, che è un giocatore che il calcio italiano ha rifiutato. I grandi bomber, a parte Ronaldo, non mi sembra che abbiano risposto presente all'appuntamento. L'Italia aveva due centravanti di ottimo livello con Immobile e Belotti, ma purtroppo il primo è incappato in un Europeo non eccezionale ed il secondo ha giocato poco. La scelta tattica di Mancini di mettere il falso centravanti, con Insigne davanti, si è limitata a pochi spezzoni di partita, quindi diciamo che alla fine l'Europeo lo hanno vinto tutti. Anche Immobile e Belotti".
E' stato celebrato Spinazzola, ma è stato anche l'Europeo di Chiesa, Insigne, Berardi e Bernardeschi.
"Ci sono diversi calciatori che hanno fatto un buon Europeo. Mi dispiace perché poteva essere anche l'Europeo di Locatelli, ma ha pagato la concorrenza di Verratti, un giocatore su cui Mancini ha puntato tantissimo. Era partito con prestazioni eccellenti, ma in un certo senso lo è stato vista la quotazione che ha adesso. Quando vinci un Europeo il rendimento generale è inevitabile che sia stato importante. Io citerei un giocatore ed è Chiellini: gli va fatta una statua. L'ultima partita con l'Inghilterra, ai supplementari, vedere un giocatore di 37 anni provare a fare, negli ultimi minuti della gara, una sovrapposizione a sinistra che non gli compete, essendo un difensore centrale, è il massimo dell'agonismo, dello stare bene, della forza che ha trasmesso a tutti i compagni. L'Italia ha potuto contare su una coppia di centrali difensivi che si sono espressi su livelli davvero importanti".
Questa squadra può ancora migliorare?
"Se riesce a trovare i rimpiazzi giusti per Chiellini e Bonucci è una Nazionale che si propone, anche perché, guardando le altre e l'età del parco giocatori, la nostra è veramente notevole e questo permetterà a Mancini di arrivare, se non nella sua interezza poco ci manca, con questo gruppo anche ai Mondiali".
Locatelli ha tutto per prendersi le chiavi del centrocampo della Juventus?
"Assolutamente. E' un giocatore di grande spessore, sia a livello tecnico e di qualità che atletico e fisico. Ai grandi livelli la cifra fisica è importante e lui è uno che si impone. Avrebbe potuto anche avere un impiego diverso, più continuo agli Europei perché, se è vero che Immobile non ha disputato un torneo eccellente, anche Barella non è che abbia fatto una competizione così importante. Locatelli lo spazio lo avrebbe potuto trovare e, visto il risultato finale, è andata bene così".
Come ha vissuto la fase Salernitana da dirigente? Crede che ci sia da riscrivere la regola?
"I compromessi si sono accettati prima perché già in Serie B è stata attenzionata con molto acume la situazione Salernitana. Andavano dati i giusti segnali affinché non ci si ritrovasse come oggi. Mi auguro che veramente trovino la possibilità di cedere la Salernitana e fare in modo che, il club ed il suo pubblico importante, possano stare con una proprietà in linea con quelle che sono le normative federali. Mi auguro che questo avvenga al più presto, ma si è perso tempo e l'errore sta all'origine quando si è permesso di disputare un campionato di Serie B".
E' giusto che Castori abbia un'altra chance in Serie A?
"Ha vinto, ha portato la Salernitana e mi sembra anche giusto e corretto che abbia di nuovo la possibilità di continuare un discorso aperto e chiuso con la vittoria del campionato di Serie B. E' un allenatore classico dei nostri campionati, ha grande esperienza a livello di Serie C e Serie B e gli auguro che questo gli possa servire per portare quantomeno la Salernitana a mantenere la categoria".
Come finirà la telenovela Insigne-Napoli?
"Penso che Insigne si avvierà a ripercorrere la storia di Totti alla Roma. Vedere Insigne fuori da Napoli, lui che è napoletano verace, che è cresciuto con questa squadra ed è lievitato in una maniera veramente importante, vederlo con un'altra maglia mi verrebbe davvero difficile. A livello economico, quando arrivi a certi livelli, il problema esiste, ma fino ad un certo punto perché Insigne ha un contratto di un certo tipo. L'adeguamento di un contratto consiste anche nel prolungamento, pensare anche a un contratto a vita con questo ragazzo potrebbe essere interessante e non farebbe lievitare il discorso economico, ma che consenta al Napoli di tenere Insigne e ad Insigne di restare a Napoli. In Campania ha avuto una maturazione notevole. Mi fanno ridere quelli che fanno discussioni su di lui dicendo che fa sempre lo stesso gesto tecnico, ma non è vero assolutamente: è un vero regista del lato sinistro della propria squadra. Sa fare tutto e chi ce l'ha se lo tiene".
Su Dybala invece qual è la situazione?
"Allegri fa bene a volerlo rilanciare. Per me è delittuoso averlo e lasciarselo sfuggire perché è uno di quelli che inventa situazioni di gioco e, se ce l'hai, il problema è degli altri che non ce l'hanno. Te lo tieni. Allegri si ripeterà e lo valorizzerà a livelli esponenziali come ha già fatto".
Oggi vanno di moda i parametri zero, ma comunque si pagano delle commissioni agli agenti.
"Le comproprietà che esistevano una volta non duravano nel tempo, ma si potevano allungare solo di un anno e al secondo si andava alle buste. I prestiti con diritto di riscatto e contro-riscatto ci sono sempre stati, quindi c'è stata un'accettazione di un'anomalia per quanto riguarda i prestiti con obbligo di riscatto che non c'è mai stato e ce lo siamo inventati negli ultimi anni per allungare il pagamento dai tre ai quattro anni. Le novità non hanno portato il parametro zero perché c'è sempre stato. Ai tempi dell'Udinese ho costruito le fortune dei friulani con i parametri zero... Mi chiamavano 'Mister parametro zero', ma io li definivo 'parametri quasi zero' perché c'è la componente commissione e c'è da dire che, se prima la componente commissione era nei limiti, oggi è diventata un vero e proprio riacquisto del calciatore. Tutto questo con l'accettazione, fuori luogo, delle società perché sono sempre loro che hanno il potere, ma evidentemente non lo sanno esercitare se consentono a un procuratore di incassare i soldi come se stessero acquistando un calciatore da un'altra società... Io dico che è l'inizio della fine per loro".
Quale allenatore la intriga di più?
"Sicuramente non dico Mourinho. Mi intriga moltissimo vedere la riconferma di Vincenzo Italiano in una piazza di livello importante, mentre sono curioso di vedere Zanetti del Venezia che secondo me ha qualità notevoli".
Cosa pensa di Dionisi?
"E' sicuramente un allenatore da guardare con curiosità, ma non mi è piaciuto come ha lasciato l'Empoli. Non si può scindere un allenatore dall'uomo e l'Empoli mi è sembrato un rasoio usa e getta".
Hanno fatto una bella scelta a riprendere Andreazzoli i toscani?
"Hanno preso l'usato sicuro di casa loro. L'Empoli è una casa a parte, è una famiglia dove si fa calcio serio perché Corsi è veramente uno capace. Hanno confidato nella loro struttura, capace di dare la giusta forza a qualsiasi allenatore".
Quali sono due nomi di calciatori argentini che consiglierebbe alle società italiane?
"De La Cruz del River, un centrocampista interno del '98 che ha capacità di inserimento notevoli, tecnica, movimento continuo, un agonista. Aspetto di vedere De La Vega del Lanus con curiosità. Poi Nico Gonzalez che è uno di spessore che se acchiappa l'annata giusta fa divertire anche in Italia".
