Guarascio: "Non voglio essere il Cellino di Cosenza. Posso riportare il club in B"

Dopo un lungo silenzio Eugenio Guarascio è tornato a parlare. Il presidente del Cosenza ha fatto il punto sul momento del club calabrese attraverso le colonne del Corriere di Calabria: "Il muro contro muro è con una parte della tifoseria del Cosenza - si legge su ildot.it -. Devo andare all’origine e non limitarmi agli ultimi mesi, culminati con la retrocessione. La mia decisione di allontanare dalla Primavera un calciatore dal cognome scomodo Pietro Santapaola è stato il motivo di momenti di gravi tensioni, così come gli insulti a Palazzo dei Bruzi. Ho vissuto quasi nel ricatto. Esistono tra l’altro norme federali che impongono il rispetto della lealtà di tesserati e tifosi".
L'imprenditore calabrese parla, poi, anche dell'ipotesi di una cessione societaria: "Ho ricevuto due offerte praticamente a costo zero. Sono pronto a mettermi da parte e cedere il Cosenza al migliore acquirente. Il problema è che ad oggi nessuno è in grado di mettere nero su bianco. Non sono e non voglio essere il Cellino di Cosenza. Ho un parco calciatori, un allenatore, un direttore sportivo e un gruppo dirigenti che mi consentono di garantire tra la prossima stagione o al massimo la successiva il ritorno in serie B. Lavoro e programmazione continuano a essere alla base del progetto Cosenza".
Infine in merito alle recenti vicissitudini societarie Guarascio spiega: "Se ho subito dei tradimenti? L’operato della signora Roberta Anania, la penalizzazione e le speculazioni in una fase di debolezza. Tensioni, ripeto, al limite del ricatto. Poi dimissioni forse condizionate, da Ursino all’ufficio stampa".
