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Donati: "Ventura, Gasp e il Celtic. Ho imparato semplicità e agonismo che porto nel Legnago"

Donati: "Ventura, Gasp e il Celtic. Ho imparato semplicità e agonismo che porto nel Legnago"TUTTO mercato WEB
martedì 5 marzo 2024, 15:49Serie C
di Claudia Marrone

Oltre 300 partite giocate in Serie A da centrocampista e uno scudetto con il Celtic Glasgow, ora, da allenatore, record di punti tra i professionisti nella storia ultracentenaria del Legnago, con il campionato di Serie C che ancora deve terminare (mancano ancora nove giornate): uno score sicuramente notevole per mister Massimo Donati, che sta tenendo la formazione veneta in sesta posizione in classifica, a quota 42. Il mister, quando il confronto odierno con la Pergolettese si avvicina (appuntamento alle 18:30), ha parlato dalle colone del Corriere di Verona.

"Sono partito da Sedegliano, provincia di Udine - ha raccontato -. Dopo cinque anni di collegio ero al Milan, poi dal Milan alla retrocessione con il Torino è stato un attimo. Lì ho imparato cosa significa cadere e rialzarsi. I miei maestri? Ventura al Bari e Gasperini al Palermo. Con Ventura giocavo a occhi chiusi, ogni cosa preparata in modo dettagliatissimo. Gasperini era già lui, precursore dei ritmi del calcio odierno, a fine allenamento eri stanchissimo ma la domenica pedalavi. Ora stimo molto Vincenzo Italiano e Alessio Dionisi: hanno fatto la gavetta e sono arrivati ad allenare in A per merito, non per grazia ricevuta".

Parlando della sua esperienza in Scozia: "Sento una connessione e so di non essere finito lì per caso, non è normale che un giocatore di fascia non alta sia chiamato a 25 anni dal Celtic. Mi sono trovato benissimo, sono organizzati, le cose funzionano. C’è freddo e piove spesso ma la semplicità della gente ti scalda. Lo stadio del Celtic quando c’era la Champions è la cosa più emozionante provata nel calcio".

E conclude con una nota al presente: "11 gare su 29 senza subire gol? Se non prendi gol hai più probabilità di vincere. Non è difensivismo ma partecipare tutti alla fase difensiva. A volte prendiamo gli avversari a uomo e altre ci chiudiamo, dipende dalla partita. Sei sempre tu a decidere come prendere gol. Se fai pressione altissima, sai che lascerai molto campo per il contropiede. A me la costruzione dal basso piace moltissimo, ma sento che per il mio percorso da allenatore non è il momento di farla".

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