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TMW RADIO - Serie A al via. Braglia: "Al quarto posto la Juve, Milan ancora campione"

TMW RADIO - Serie A al via. Braglia: "Al quarto posto la Juve, Milan ancora campione"TUTTO mercato WEB
venerdì 12 agosto 2022, 17:50Altre Notizie
di Tommaso Bonan
Archivio Maracanã 2022
TMW Radio
Archivio Maracanã 2022
Ospiti: Simone Braglia:" Garella aveva il suo stile efficace. Pioli ad oggi è l'allenatore che incide di più" Massimo Brambati:" Depay e Pardes non completano la rosa della Juve." A. Paganin:" Inzaghi obbligato a vincere il campionato. Ho più fiducia in Allegri rispetto ad Inzaghi." Maracanà con Marco Piccari
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A Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, è intervenuto l'ex portiere Simone Braglia.

Oggi abbiamo dovuto aprire con una triste notizia: un tuo pensiero su Garella e la sua scomparsa.
“Sono rimasto esterrefatto perché se n’è andato giovane a soli 67 anni. È la perdita di un uomo che ha fatto storia avendo vinto parecchio con due squadre con le quali non era facile vincere. Il portiere “in qualche modo” deve parare e la cosa che conta più è non prendere gol.
Aveva uno stile tutto suo ed è stato anche osteggiato per questa sua particolarità. Spiace a me, ma penso che in molti siano dispiaciuti oggi”.

Inzaghi è costretto a vincere?
“Non ho trovato da parte sua una sorta di autocritica durante questa conferenza stampa di presentazione. Penso che lo Scudetto dello scorso anno, con una gestione un po’ più mirata da parte sua, sarebbe arrivato. Ha sbagliato nella gestione delle energie in un momento particolare dell’annata. Il parlare sempre al plurale nasconde il “dove deve migliorare lui” nella guida di una Ferrari… perché l’Inter è una Ferrari”.

Quanto conta il contributo dell’allenatore in rose che sono “perfezionabili”?
“Il discorso lo incentro su Allegri dove mi trovo d’accordo con Brambati e Paganin. Anche un allenatore deve incidere, soprattutto in un momento dove la Juventus non può comprare giocatori pronti e già fatti. Allegri deve contribuire nello sviluppo: a prescindere dalla simpatia che provo per Pioli, nel Milan della passata stagione la mano dell’allenatore è stata chiara a livello di gestione in ottica Scudetto”.

Hai sentito le ultime parole di Allegri nei confronti della squadra e della società?
“La frase di Allegri che parlava di un “noi” potrebbe nascondere il fatto che non è arrivato in squadra tutto quello che si aspettava dal calciomercato”.

Un giudizio su Lazio, Napoli e Fiorentina, che sembrano essere un po’ dietro le big…
“La Lazio la vedo, come la Roma, più vicina alle milanesi e con più possibilità di arrivare in Champions League rispetto a Napoli e Fiorentina”.

Il limite della Juventus è Max Allegri?
“Mah, secondo me il problema della Juventus è capire quanta sintonia ci sia tra Allegri e la Juve stessa. Compaiono troppe frasi sibilline a mezzo stampa. Bonucci, poi lo stesso Allegri nel post-Atletico Madrid. Qualcuno non si sente apprezzato, non so. Credo che non ci sia questa congruenza ed identità di vedute tra la visione della società e quella dell’allenatore. L’uscita di Galeone - che Allegri lo conosce perché suo maestro - è lampante sul fatto che non ci sia concordia di vedute all’interno. Nedved e la proprietà hanno già cacciato una volta Allegri. Via Romero, via Demiral, via de Ligt: quella era già una squadra che avrebbe garantito un gran futuro alla Juve”.

La forza della prima Juventus di Allegri fu anche Marotta?
“Sicuramente, anche se penso che sotto il profilo del bilancio non si tratti di una prestazione da fuoriclasse. Ricordo quattro o cinque aumenti di capitale all’epoca…”

La tua griglia d’inizio anno per come finirà la Serie A?
“Al quarto posto la Juve, Inter al terzo, Roma al secondo e Milan Campione d’Italia. Ciro Immobile vincerà la classifica cannonieri”.

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