Gattuso guarda in casa Dea per il sogno Mondiale: Scamacca scalpita, ma la vera sorpresa è Palestra
La rivoluzione può attendere, l'America no. Con lo spettro di una terza esclusione consecutiva dal Mondiale che aleggia come un fantasma su Coverciano, l'Italia di Rino Gattuso si prepara alle "finali" contro l'Irlanda del Nord e (si spera) una tra Galles e Bosnia. Non è tempo di esperimenti filosofici, ma di pragmatismo puro. Eppure, tra le pieghe di un conservatorismo necessario dettato dalla paura, spuntano novità che interessano molto da vicino l'universo Atalanta. Se l'ossatura della squadra resterà quella delle qualificazioni, il Ct sta pensando a innesti mirati per dare freschezza e imprevedibilità: e i radar azzurri puntano dritti su un talento sbocciato nel vivaio orobico e sul ritorno tanto atteso del numero 9 nerazzurro.
AVANTI COL 3-5-2: SCAMACCA NEL MIRINO – Le certezze di Gattuso, dopo sei partite sulla panchina azzurra, sono poche ma granitiche. Il modulo non si tocca: sarà 3-5-2, un assetto ormai codificato nel DNA del calcio italiano attuale. Davanti, la coppia titolare sembra scolpita: Kean e Retegui hanno trovato un'intesa letale, garantendo 9 gol in due. Ma la notizia che fa sorridere Bergamo è un'altra: Gianluca Scamacca sta arrivando. Il centravanti dell'Atalanta, dopo i guai fisici, è considerato la risorsa extra, l'arma da schierare quando il gioco si farà duro. Con Esposito come terza scelta, il recupero del bomber atalantino completa un reparto che, paradossalmente, oggi è il problema minore della Nazionale.
LA CARTA A SORPRESA: ECCO PALESTRA – Se l'attacco offre garanzie, è sulle fasce che Gattuso potrebbe calare l'asso imprevisto. Il nome nuovo, quello che stuzzica la fantasia dello staff tecnico, è Marco Palestra. Il laterale, cresciuto e plasmato nel settore giovanile dell'Atalanta (e ora in forza al Cagliari per farsi le ossa), è in cima alla lista dei convocabili. Un esterno "box to box", meno palleggiatore di Cambiaso ma dotato di una fisicità e una corsa che ricordano i migliori interpreti della scuola gasperiniana. La sua sfrontatezza potrebbe essere l'ingrediente segreto per scardinare le difese chiuse che l'Italia affronterà negli spareggi.
IL REBUS DIFESA E L'IPOTESI CRISTANTE – Le note dolenti arrivano dalla retroguardia - fa il punto in casa azzurra La Gazzetta dello Sport -. Nove gol subiti in cinque gare (quattro con Israele, quattro con la Norvegia) sono un campanello d'allarme assordante. Manca un leader puro alla Cannavaro e i meccanismi scricchiolano. Gattuso sta valutando soluzioni d'emergenza, compresa quella di arretrare l'ex atalantino Bryan Cristante al centro della difesa per garantire più protezione, anche a costo di perdere velocità. Resta poi il paradosso Calafiori: difensore o mediano? Spostarlo in mezzo darebbe qualità, ma toglierebbe filtro.
ZANIOLO E LA BATTAGLIA MENTALE – Infine, un passaggio su Nicolò Zaniolo. Il suo ritorno è gradito, ma tatticamente complicato: nel 3-5-2 rigido di Gattuso, il suo ruolo naturale di trequartista fatica a trovare collocazione. Ma al di là della tattica, il vero avversario dell'Italia sarà la testa. "Convincetevi di essere più forti", è il mantra che risuona nello spogliatoio. Contro l'Irlanda del Nord serviranno cuore caldo e nervi distesi: la paura di sbagliare è l'unico nemico che Palestra, Scamacca e compagni non possono permettersi di affrontare.
Dunque, niente rivoluzioni, ma ritocchi intelligenti. L'Italia cerca il pass per gli USA aggrappandosi ai gol dei suoi bomber e alla freschezza dei suoi giovani. E in questa missione, un pezzo di cuore nerazzurro sarà sicuramente protagonista.
© Riproduzione Riservata






