Rissa fra tifosi di Atalanta ed Inter, muore un ragazzo. Abodi: "Crimini, non tifo"

Nuovo dramma nel calcio italiano, anche se poco ha a che fare con lo sport. il 26enne Riccardo Claris, è morto accoltellato nella notte a Bergamo, al dopo una rissa tra tifosi dell’Atalanta e dell’Inter. L’episodio è avvenuto poco dopo l’una, in via Borgo Santa Caterina, a pochi passi dallo stadio. Il 19enne Jacopo De Simone si è consegnato ai carabinieri spiegando di averlo colpito per difendere il fratello.
Secondo le prime ricostruzioni, riportate da La Gazzetta dello Sport, tutto sarebbe nato da un coro intonato da De Simone, presente con il fratello gemello e alcuni amici, che ha innescato una reazione da parte di un gruppo rivale. La vittima, originaria della Val Brembana, era conosciuta come frequentatore della Curva Nord atalantina.
Testimoni oculari hanno parlato di spranghe e bastoni usati nella rissa. Alcuni residenti avrebbero visto un gruppo di giovani agitati subito dopo l’episodio, con uno di loro che avrebbe chiesto informazioni sull’abitazione di un “interista”. Sul luogo dell’accoltellamento sono stati ritrovati sia la lama che il manico dell’arma. Il ragazzo arrestato si trova ora in carcere, in attesa dell’interrogatorio di convalida del Gip. Le indagini proseguono per chiarire nel dettaglio le dinamiche dell’aggressione e per accertare eventuali ulteriori responsabilità.
Le parole del Ministro Abodi a TMW: "Crimini, non tifo"
Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, è intervenuto a margine della visita a Genova, queste le sue parole raccolte da TuttoMercatoWeb.com sul tema: "E' una cosa drammatica, non ci si capacita di come si possa continuare ad accostare minimamente lo sport a fatti criminali. Non c'è più una questione di tifo, ma di crimine. E come tale va trattato. Rischiamo di creare confusione, anche se certamente non è nostra responsabilità. Io sto cercando in tutti i modi di far prevalere il senso del rispetto ed educazione. Poi non possiamo parlare da marziani, questa è la realtà, ma ci vuole una distinzione netta fra il crimine e la tifoseria, la passione. Sappiamo cosa sia la passione, da queste curve che rappresentano la passione, che si traduce non solo nel tifo sportivo, ma anche nella responsabilità sociale. Poi ci sono anche momenti in cui vanno fuori dalle righe, ma per me il tifo e le curve sono questo. Chiunque opera in quest'altra maniera, appartiene ad una categoria molto diversa dallo sport".
Le parole dello zio avvocato: "Dormiva, poi è sceso"
Lo zio avvocato di Claris, Luca Salvioni, al Corriere di Bergamo, ha spiegato l'accaduto raccontando anche chi era suo nipote: "C’era in atto un conflitto fra due gruppi. Lui era a casa a dormire in Borgo santa Caterina, dove abita con la mamma, erano le 23.30. Lo ha avvisato la sua fidanzata della rissa e lui malauguratamente è sceso.
Era laureato in Economia e commercio - prosegue lo zio - , specializzato in Lussemburgo, ed era appena stato assunto a tempo indeterminato in una società finanziaria di Milano. Era uno studente modello, un ragazzo veramente per bene.
Nella sua vita c'era anche lo stadio: «Frequentava la Curva, ma senza mai aver avuto nessun tipo di problema. In maniera sana era un tifoso dell’Atalanta. Fatico a capire come sia finito in questa gazzarra e i motivi per cui c’è stata». Riccardo Claris aveva giocato nelle giovanili dell’Albinoleffe e poi nella Gavarnese.
