Atalanta-Juventus, la finale: i bianconeri sprecano troppo. Ma mai così all’altezza negli ultimi anni

Poco più di due ore alla finale di Coppa Italia che vedrà opporsi Atalanta e Juventus sul rettangolo verde del Mapei Stadium di Reggio Emilia. Nerazzurri contro bianconeri, Gasperini contro Pirlo, seconda contro quinta classifica di Serie A alla mano. Da un lato l’esperienza e un progetto, seppur modificato anno dopo anno, ottimamente avviato da tempo; dall’altro un neofita nel mestiere dell’allenatore con un’idea di calcio tutta da modellare col tempo. Due volte contro in stagione, due sfide dove i bianconeri hanno raccolto meno di quanto prodotto sul campo. Solo un punto nell’andata a Torino, nessuno nel ritorno di Bergamo. Con una consapevolezza però nelle difficoltà generali: mai la Juventus negli ultimi tre anni ha tenuto così bene il campo contro la compagine nerazzurra come nell’era Pirlo.
ANDATA A TORINO: LA JUVE SPRECA TUTTO - Il tecnico bianconero sceglie il tandem Morata-Ronaldo nel primo appuntamento di metà dicembre nel freddo torinese. Partono forte i padroni di casa tenendo bene il campo e sbloccando alla mezz’ora il risultato col primo gol in Serie A con la maglia della Juve di Federico Chiesa che, partito da sinistra, raggiunge la zona centrale e dai venti metri lascia partire un destro a giro che non lascia scampo a Gollini. Zapata reagisce scappando a Bonucci ma trovando l’opposizione di Szczesny che chiude un primo tempo a tinte bianconere. Madama parte forte anche a inizio ripresa: McKennie mette davanti al portiere Morata, che già nel primo tempo si era reso protagonista di un goffo colpo di tacco (per sua fortuna fermato dal fuorigioco) spedito sul fondo a due passi dalla porta sguarnita, ma lo spagnolo colpisce in pieno l’estremo difensore bergamasco sprecando l’opportunità di chiudere l’incontro. Gasperini inserisce Gomez e cambia la musica: il pallone gira a un’altra velocità e la Dea pareggia con la botta di Freuler che impallina Szczesny. Non tarda ad arrivare la reazione juventina. È ancora Chiesa protagonista con il rigore procurato: dal dischetto si presenta Ronaldo che però viene ipnotizzato da Gollini che congela il parziale sull’1-1. Non demorde la Vecchia Signora ma Morata spreca un’altra chance ghiotta masticando il pallone e trovando l’ennesima risposta dell’MVP di serata Gollini. Nel finale c’è spazio per Romero che impegna in volo plastico Szczesny. È l’ultima emozione di un match che porta rimpianti evidenti in casa Juve.
IL RITORNO A BERGAMO: NO CR7, MADAMA CROLLA NEL FINALE - Un mese e un giorno fa in terra bergamasca l’ultimo incrocio fra Gasperini e Pirlo. Allenatore bianconero che deve fare a meno di un Ronaldo acciaccato e che lancia dall’inizio la coppia Morata-Dybala. Equilibrio nel primo tempo: prima spreca Pessina con deviazione provvidenziale di De Ligt, poi tocca ancora a Morata che a due passi dalla linea di porta non trova il modo di calciare con convinzione tentando un arzigogolato scavetto. Ci prova anche McKennie ma è provvidenziale Gosens in estirada a murare lo statunitense. Madama inizia a perdere energie con i propri uomini offensivi (Chiesa si fa male ed è costretto a uscire) e l’Atalanta prende campo. Muriel sfiora l’incrocio dei pali, Zapata incorna di testa spedendo la sfera di un soffio a lato. Pirlo prova a inserire Kulusevski e l’ex di turno ha l’unico lampo del secondo tempo con una verticalizzazione col contagiri per Morata che trova la pronta risposta di Gollini. Tutto sembra indirizzato verso il pari ma la beffa è dietro l’angolo. Malinovskyi, che poco prima aveva impegnato Szczesny su punizione, viene lasciato libero di dar sfogo al suo mancino al limite dell’area di rigore: deviazione di Alex Sandro che spiazza l’estremo difensore polacco e 1-0 finale amarissimo.
Due partite, un punto. Tantissimi rimpianti ma la consapevolezza che il campo ha fornito ben altre risposte.
