Certi amori non finiscono. La nuova vita di Alexis Sanchez, da Nino a Hombre Maravilla

A volte ritornano. E lo fanno in un modo romantico. La storia di Alexis Sánchez con l'Udinese è una delle più affascinanti e significative nel calcio moderno, un racconto che incarna il viaggio di un giovane talento che diventa una leggenda. Oggi il nuovo inizio.
Sedici anni fa
Tutto inizia molto tempo fa. Due vite sportive fa, in pratica. Perché Alexis Sánchez è arrivato all'Udinese nel 2008, un giovane di soli 19 anni proveniente dal Cobreloa in Cile. Il suo trasferimento in Italia segnava l'inizio di una carriera che sarebbe diventata straordinaria. Durante il suo primo periodo con l'Udinese, Sánchez ha mostrato subito il suo talento, guadagnandosi il soprannome di "El Niño Maravilla" (Il Ragazzo Meraviglia). 112 partite, 21 gol, ma è stato il suo impatto complessivo sul gioco e la sua capacità di creare opportunità per i compagni che lo hanno reso un beniamino dei tifosi.
Andata e ritorno
Nel 2011, dopo tre stagioni in Friuli, Sánchez ha fatto il grande salto al Barcelona, dove ha continuato a brillare, vincendo la Liga e altre competizioni, vivendo però di stagioni con alti e bassi, titolarità, panchine, fiammate, stallo. Il tempo passa, dopo una carriera piena di successi, tra cui due Copa America con il Cile, due Scudetti con l'Inter, e numerosi altri trofei, Alexis Sánchez è tornato all'Udinese. Questo ritorno è stato accolto con grande entusiasmo dai tifosi e dalla città. Il club ha sottolineato come Sánchez non sia solo un giocatore, ma un simbolo, un "campione" che ha iniziato la sua leggenda proprio lì. Il ritorno di Sánchez non è stato solo un atto di nostalgia. È stato un ritorno a casa, dove ha trovato amore e supporto. L'Udinese ha fortemente voluto il suo ritorno per mettere a disposizione del mister Runjaic un fuoriclasse assoluto, un motivo di orgoglio per tutta la tifoseria bianconera. La decisione di Sánchez è stata influenzata anche dal legame emotivo con la città e il club, dimostrando che certi amori non finiscono mai, ma fanno dei giri immensi e poi ritornano. A partire da oggi, dalla gara contro il Bologna.
