Dovbyk: "A Roma per De Rossi. Juric proponeva un gioco che non potevamo fare"

Nell'intervista che Artem Dovbyk, attaccante della Roma, ha concesso a Football School, ha parlato anche del suo ambientamento nella Capitale: "All'inizio è stato molto difficile, avevo scelto la Roma grazie a De Rossi. Condividiamo la stessa idea di calcio offensivo. Ma dopo 4 giornate è stato esonerato, c'era chi sosteneva che la squadra giocasse contro De Rossi, ma non era vero. Così è venuto Juric con uno stile di gioco completamente differente, molto simile a quello di Gasperini. L'Atalanta però ha costruito un progetto lungo anni. Juric invece è venuto con una proposta di calcio che noi non potevamo mettere in atto a livello fisico. Contro la Fiorentina si è visto, la squadra era a 50/60 metri dall'attaccante e abbiamo perso 5-1. Lì ho capito quanto bisogna essere pronti per fare un certo tipo di calcio. Infine è arrivato Ranieri, che ha fatto un lavoro più psicologico perché avevamo perso tante partite ed eravamo quasi in zona retrocessione. È stato bravo a fare alcuni cambiamenti e a dirci tante piccole cose che hanno portato la squadra a giocare diversamente. Abbiamo vinto tanti match importanti, ma quando cambi 3 allenatori in una stagione è difficile. Per un attaccante la cosa più importante è capire che tipo di gioco si vuole. Penso che la Serie A sia uno dei campionati più difensivi, molto tattico e difficile da affrontare. Tutti sono forti fisicamente. In Spagna, per esempio, lasciano molto più spazio. Quando sono arrivato non pensavo di trovare tutta questa differenza, qui i difensori ti seguono ovunque. Bremer e Gatti della Juventus mi hanno impressionato. Per fortuna c'è il VAR, ma ogni volta finisco la partita con dei graffi sul corpo. In Italia i difensori non sono più forti, ma più attenti".
17 gol in stagione non sono pochi.
"Guardo sempre i migliori attaccanti del campionato come Lautaro, Thuram e Lukaku. Hanno segnato più o meno i miei stessi gol e quindi stanno avendo una brutta stagione? Non sono i gol a determinare tutto, ovviamente la gente si aspetta molto dopo la stagione al Girona. Mi sono adattato e ho fatto esperienza in Serie A, mi sono abituato anche a giocare in uno stadio differente da quello a cui ero abituato. Giocare davanti 70mila persone ogni weekend è differente, la pressione è diversa. La stagione è buona, ho comunque fatto 12 gol in Serie A nella mia prima stagione a Roma. Spero di farne di più in futuro".
