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È nata la Superlega! Come Agnelli voleva già trasformare la Champions nel 2019

È nata la Superlega! Come Agnelli voleva già trasformare la Champions nel 2019TUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
lunedì 19 aprile 2021, 14:00Serie A
di Gaetano Mocciaro

Un fulmine a ciel sereno o quasi, quello della fondazione della Superlega. Da tempo si lavorava a quello che sarebbe stato il panorama calcistico internazionale, che a cascata avrebbe condizionato anche quello nazionale. Nell'idea di base l'anno di partenza doveva essere il 2024. La pandemia e la conseguente crisi economica ha portato a maturare l'idea di una Superlega molto prima, ma sorprende ugualmente la tempistica.

Genesi La necessità di avere più frequentemente sfide di spessore europeo ha portato oltre 20 anni fa a cambiare il format della Champions League: non solo la prima ma anche la seconda classificata delle prime 8 squadre del ranking UEFA si potevano iscrivere. Dal 1999 si è arrivati a poterne iscrivere fino a 4. E così sarebbe fino al 2024 come da accordo tra la stessa UEFA e la ECA, che in questi anni sta prendendo più piede. La morte dell'equilibrio della quasi totalità dei campionati nazionali ha riportato in auge il sogno di una SuperLega europea: "Meno partite di campionato e più di Champions, magari portando i gironi a otto squadre" dichiarò Andrea Agnelli, presidente oltre che della Juventus pure del'ECA. Questa era la sua idea originaria.

Il concept iniziale - Durante l'assemblea generale ECA avvenuta a Malta nel giugno 2019 erano state poste le prime basi di quello che doveva essere il nuovo torneo. Questa era la struttura proposta inizialmente: 32 squadre in Champions League, suddivise in quattro gironi da 8. Le prime 5 si sarebbero qualificate direttamente all'edizione successiva, seste e settime avrebbero dato vita a incroci per qualificarne altre 4. Delle rimanenti 8, 4 sarebbero state le semifinaliste di Europa League e altre 4 attraverso le competizioni nazionali.

Le reazioni - Negative, anche più di quanto Andrea Agnelli si sarebbe aspettato. Prima obiezione: ritenute troppe le squadre qualificate automaticamente attraverso la Champions, sminuendo di fatto l'importanza dei campionati nazionali. Facendo un esempio concreto: Lazio, Atalanta e Juventus, giunte agli ottavi di finale con questo sistema si sarebbero già garantite a dicembre l'accesso alla prossima Champions League, rendendo il resto del campionato, una volta perse le possibilità di vincere il titolo, inutile. La paura delle piccole realtà invece è stato quello di perdere il sogno, la possibilità di giocare con le grandi d'Europa magari facendo l'exploit (vedi l'APOEL Nicosia ai quarti di Champions nel 2012). La nascita della terza competizione europea (il flop annunciato Conference League) per queste ultime è stata vista sin da subito come un "contentino", una carezza in previsione di un evento per loro fortemente penalizzante.

Il calendario - Altra questione, quella del calendario: "Armonizzare il calendario" e "Servono più partite internazionale" furono i concetti più volte ribaditi da Agnelli. Inevitabile l'equazione "meno partite a livello nazionale" pur non parlando apertamente di taglio delle squadre nei vari campionati.

La reazione delle leghe - Quello inglese è il campionato più ricco del mondo basti pensare che per i diritti TV 2018-19 (l'ultima senza l'impatto del Covid) l'Huddersfield, ultimo classificato, ha incassato 96 milioni di sterline. Il Tottenham, finalista di Champions ha guadagnato 104 milioni dalla UEFA mentre dalla Premier ben 145. Più partite internazionali significherebbero meno partite nazionali e un girone di Champions da 8 squadre sarebbe visto come un intralcio al ricco campionato casalingo. No secco della Bundesliga, dove persino il Bayern si è schierato con gli altri club tedeschi. Il numero di partite e il sistema di qualificazione alla Champions che andrebbe a svalutare il piazzamento in campionato non piace. LaLiga è passata addirittura a una lettera indirizzata al segretario generale dell'ECA Michele Centenaro: Athletic Bilbao, Atletico Madrid, Siviglia, Real Sociedad, Valencia, Villareal e Malaga hanno fatto fronte comune contro la riforma. In Francia sono stati minacciati scioperi.

Tutto vano. La Superlega si farà nei modi stabiliti dai club elitari. Il comunicato che ha certificato la nascita della nuova creatura ha sancito il fallimentare tentativo di compromesso tra i club, l'ECA e la UEFA. Inevitabile l'uscita di scena di Agnelli così come di altri membri del direttivo dalla European Club Association. Il presidente della Juventus sarà il vice di Florentino Pérez nella neonata Lega, per la gioia di pochissimi eletti.

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