Inter, Marotta rinnova. L'ex ad Paolillo: "È il miglior dirigente del calcio italiano"

"Io mi aspetto una partita molto aggressiva da parte della Juventus: giocando in casa, vorrà recuperare il divario che ha con l'Inter". A TuttoMercatoWeb parla così Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato della società nerazzurra: "Detto questo, mi aspetto anche un'ottima prestazione da parte dell'Inter, perché riuscire a portare a casa un risultato positivo da Torino è sempre una grande impresa, soprattutto è utilissimo se si vuole aspirare allo scudetto. La squadra di Inzaghi ha tutti i numeri per farlo".
Marotta dice che la Juve è favorita, Allegri che è favorita l'Inter. Chi dice la verità?
"Marotta (che oggi ha rinnovato con l'Inter fino al 2027, ndr), come sempre. Ripeto quello che dico ogni volta che posso: parliamo del miglior manager del mondo del calcio e in questo caso ha ragione, perché la Juventus è favorita. Anche se per scaramanzia Allegri non lo vuole dire, ha un grosso vantaggio: non gioca per le coppe. E questo non è un vantaggio per la società magari, ma per i giocatori e per l'allenatore sì: giocano meno, hanno più tempo per prepararsi, è un vantaggio incredibile in stagioni dove tutte le competizioni, che francamente sono anche troppe, assorbono molta fatica. Quindi la Juve è avvantaggiata, tanto più che è anche una buona squadra".
Però la Juve è costata e costa ancora oggi di più dell'Inter…
"E quindi che morale ne traiamo? Che è stata bravissima la dirigenza dell'Inter: va detto e scritto a caratteri cubitali. Marotta ha operato in maniera fantastica, ha fatto non una ma ben tre campagne acquisti, centellinando i rinforzi e andando a prenderli dove costavano meno, scegliendo sempre al meglio. È stato bravissimo, doveva vendere e non comprare: insieme al resto della dirigenza, ha rinforzato sempre la squadra".
Con l'aiuto di Inzaghi… Quanto è importante per un dirigente avere un allenatore in grado di valorizzare i giocatori a sua disposizione?
"Beh, l'allenatore ha accettato la politica societaria, si è messo al servizio del club e questo è un gran merito di Inzaghi. Ha utilizzato al meglio i campioni già riconosciuti o quelli come Thuram, talentuosi ma ancora da sviluppare: li ha saputi sfruttare al meglio. C'è una simbiosi tra la bravura della dirigenza e quella dell'allenatore".
La Juve ha la stessa proprietà da un secolo. I giocatori dell'Inter non vedono Zhang da mesi. Può essere un fattore?
"Ormai no, perché tutti nel club hanno capito che il manager di riferimento è Marotta e la via societaria passa da Marotta. Zhang ha abituato la squadra a lunghe assenze, ma c'è la volontà dei giocatori di emergere e di diventare giocatori importanti, c'è una grande molla: con questa squadra e con questo allenatore sono riusciti ad arrivare in finale di Champions, non è poco".
Juve e Inter sono accomunate da un obiettivo: abbassare i costi.
"È assolutamente inevitabile per il bene del calcio. Anche a livello internazionale, anche a livello UEFA, FIFA, cosa si sta facendo? Si sta cercando di aumentare gli incassi e gli introiti aumentando le competizioni e il numero di squadre che partecipano. È una cosa che non fa bene al calcio, stiamo arrivando a un punto estremo di rottura: per non avere infortuni servono rose più larghe e questo non va bene. A livello economico nessuno ha voluto prendere provvedimenti drastici per la componente agenti e procuratori. Ci sono stati dei tentativi, ma ci sono dei costi collaterali che fanno lievitare i costi dei giocatori. Non mi illudo che si possa tornare indietro, ci sono troppi club che hanno una capacità di spesa enorme".
Torniamo alla partita, da dirigente ne ha vissute tante. Si aspetta meno veleni che in passato?
"Assolutamente sì, per fortuna col passare degli anni i giocatori che ricordano periodi storici di grande rivalità, anche fuori dal campo, sono sempre meno. I calciatori attuali non si portano dietro il retaggio di storie vissute, pesanti, anche fuori dal campo. Per fortuna c'è meno rivalità aggressiva da quel punto di vista, però sono partite molto sentite dai tifosi e le squadre vogliono far vedere che danno l'anima. Mi auguro che l'arbitro sappia tenere la partita in pugno".
La Juventus ha rinunciato al ricorso su Calciopoli, un segnale distensivo?
"A livello di società, senz'altro. Il problema è a livello di tifoserie, perché hanno una memoria storica e purtroppo queste cose non vengono analizzate soltanto dal punto di vista sportivo nella giusta maniera. Purtroppo ci sono dei retaggi di tifo cattivo, che andrebbero eliminati".
Oggi la narrazione sembra invertita rispetto al passato. La Juve anti-sistema e Marotta alla guida dal Palazzo…
"Non è assolutamente nello stile di Marotta puntare su poteri di palazzo o altro. È solo un manager molto bravo ed estremamente capace, non credo proprio che si possa pensare a questioni di potere. Il Palazzo secondo me invece dovrebbe agire molto meglio e molto di più perché ci sono queste vicende delle scommesse, da parte di alcuni giocatori, che andrebbero viste con maggiore severità. Cattiveria e punite molto di più. Mi pare che si butti tutto troppo presto nel dimenticatoio".
