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Tifosi a Euro2020? Qui Monaco: “Il governo cercherà di trattare con la UEFA”

ESCLUSIVA TMW - Tifosi a Euro2020? Qui Monaco: “Il governo cercherà di trattare con la UEFA”TUTTO mercato WEB
© foto di Alberto Fornasari
lunedì 5 aprile 2021, 21:00Serie A
di Ivan Cardia
Entro il 7 aprile la UEFA chiede rassicurazioni sugli stadi aperti per gli Europei. TMW viaggia nelle 12 città di Euro2020 per capire a che punto siamo.

La Bundesliga è stata la prima a ridare il calcio ai tifosi, nella primavera del 2020, quando la pandemia sembrava vicina a salutarci. Da allora non tutto è filato per il verso giusto e oggi in Germania la situazione è molto diversa, tanto che in tempi recenti diversi esponenti dell’esecutivo hanno sollevato dubbi sulla possibilità di rispondere positivamente alle richieste dell’UEFA. Come noto, entro il 7 aprile le nazioni ospitanti gli Europei dovranno dare garanzie sotto questo punto di vista e anche comunicare l’affluenza che ritengono di poter assicurare (sono comunque esclusi i tifosi stranieri). A Monaco di Baviera sono in programma le gare contro Francia, Portogallo e Ungheria del 15, 19 e 23 giugno, nonché una partita dei quarti di finale. La Germania si farà davvero sfuggire l’Europeo?

Ne abbiamo parlato con Marc Schmidt, giornalista della Bild: “Penso che alla fine ci saranno i tifosi a Monaco, magari anche con regole ad hoc per il torneo. Sono certo che a breve ci saranno delle trattative tra l’UEFA, magari con Ceferin direttamente, e la politica tedesca, con l’obiettivo di trovare soluzioni che garantiscano la presenza dei tifosi. L’idea è quella di consentire l’ingresso a 20 mila persone, aprendo a partire dalle 16 in caso di partita programmata alle 21. In questo modo si potrebbero allestire degli stand per i test rapidi fuori dall’impianto e garantire la negatività dei tifosi. Purtroppo non credo che la campagna vaccinale possa aiutare molto da questo punto di vista: a giugno temo non ci saranno ancora tanti tedeschi vaccinati”.

C’è stato un ritorno dei tifosi negli stadi in questi mesi?
“Solo in terza divisione due settimane fa, prima della sosta, si è disputata una partita a Rostock con i tifosi. Ma si parla di 700 persone o poco più: è stato un test, se vogliamo, dato che in quell’area geografica il contagio non è particolarmente diffuso in questo momento”.

Immagini possibile il ricorso a strumenti tecnologici, per esempio per garantire il distanziamento?
“Quando è iniziata la Bundesliga è stato testato qualcosa del genere a Francoforte: tutti i giornalisti e gli addetti ai lavori avevano questa cosa attorno al collo che emetteva un suono se ti avvicinavi troppo ad altri. Sono sicuro che lo useranno anche a Monaco, magari testandolo prima”.

Il campionato tedesco è stato il primo a riaprire. Ora sembra che non se ne parli molto.
“Il grande problema in questa discussione è come arrivare allo stadio. Non ha molto senso se ti raduni con tutte le persone sulla strada per lo stadio, magari ti infetti, per entrare fai un test che dà esito negativo e due giorni dopo sei comunque positivo. Questo sarà un grande problema ed è anche di questo che si parla quando si discute del ritorno dei tifosi in Bundesliga. Al momento, non c’è un’indicazione precisa: ciascun club sta pianificando cosa fare, se programmare contando sulla presenza dei tifosi o meno. Di fatto, non c’è la certezza che ci saranno”.

Se altre città si dovessero tirare fuori, la Germania si farebbe avanti?
“In questo momento, è importante assicurare che si giochi a Monaco, intanto. E il governo farà di tutto perché accada. Per quanto riguarda quest’altro scenario, non ne sarei tanto sicuro. Bisognerebbe convincere la politica ad aprire per altre partite, e non è una cosa scontata. Poi dipende di quali altre città si parla. Se per esempio dovesse tirarsi fuori Budapest, cioè la città che divide il girone con Monaco, in un certo senso sarebbe abbastanza logico che si faccia avanti la Germania. Ma resto scettico al riguardo”.

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