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Fiorentina-West Ham 1-2, le pagelle: decide Bowen bruciando Igor, non basta Bonaventura

Fiorentina-West Ham 1-2, le pagelle: decide Bowen bruciando Igor, non basta BonaventuraTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 8 giugno 2023, 07:00Serie A
di Dimitri Conti

Risultato: Fiorentina - West Ham 1-2

FIORENTINA (di Dimitri Conti)

Terracciano 6 - Subito chiamato in causa da Antonio, è poco più che un passaggio. Quindi soffia sui tiri di Rice ed è battuto senza colpe su rigore e infine da Bowen a tu per tu.

Dodo 6 - Sa che Benrahma è un cliente scomodo e decide di limitare la propria voglia di proporsi in avanti. Quando trova spazio dà l'idea di poter combinare cose ma non lo fa.

Milenkovic 6 - Antonio è uno spauracchio, si ritrova ad occuparsene lui in prima persona in diverse circostanze. Bene per ottanta minuti, anche lui sorpreso sullo scatto di Bowen.

Ranieri 6,5 - Vince il ballottaggio con Igor e scalza anche Quarta, inimmaginabile soltanto l'estate scorsa. Appena prima del novantesimo esce, al termine di una prova attenta. Dall'84' Igor 4 - Italiano ci si affida per dieci minuti, recupero compreso, in cambio riceve la dimenticanza su Bowen che decide la finale in favore del West Ham.

Biraghi 5 - Protagonista a sua insaputa del primo tempo, viene ferito alla testa da un oggetto lanciato dal settore inglese. Colpevole del rigore dello 0-1, confuso e contuso.

Amrabat 6,5 - Punto di riferimento fondamentale nel mezzo perché la squadra coniughi la quantità alla qualità, aggredisce anche i fili d'aria. Perfetto quasi fino in fondo.

Mandragora 5 - Il suo apporto a centrocampo garantisce il consueto equilibrio nella fase di non possesso, male però quando ha l'occasione di segnare. Spreca il pallone del 2-1. Dal 91' Barak sv.

Gonzalez 6,5 - Ha le doti da game changer, lo sanno anche al West Ham tanto che raddoppiano costantemente su di lui riservandogli pure colpi duri. Fa sponda per Bonaventura, 1-1.

Bonaventura 7 - Battagliare contro due colossi come Rice e Soucek è affar duro, per un'ora si vede poco. Poi però infila in diagonale il pesante pallone dell'1-1. Ultimo dei colpevoli.

Kouame 5,5 - Tra le mosse a sorpresa di Italiano, alla fine di un primo tempo giocato così così solo il palo ferma il suo colpo di testa. Contribuisce poco anche nella ripresa. Dal 62' Saponara 5,5 - Non entra benissimo nella partita, crea poco e sulla sinistra gli attacchi diventano abbastanza prevedibili. Qualche spunto sparso non basta.

Jovic 5,5 - Preferito a Cabral dal 1', dopo un primo tempo di sofferenza troverebbe la zuccata dell'1-0 ma è in fuorigioco di mezza spalla. Dopo l'intervallo non rientra. Dal 46' Cabral 6 - Migliore nel lavoro di raccordo e di copertura degli spazi rispetto a Jovic, non ha occasioni dirette ma ne procura una ghiottissima per Mandragora.

Vincenzo Italiano 5 - Coraggioso nelle scelte, si affida alle sorprese Ranieri e Kouame e consegna le chiavi del reparto offensivo a Jovic. Primo tempo di studio con l'orribile parentesi della ferita alla testa per Biraghi, nel secondo la sua Viola va sotto ma trova il modo di reagire subito. Poi però subisce una beffa dolorissima al 90°: la difesa era davvero troppo alta, non ha compreso la lezione della Coppa Italia.

WEST HAM (di Marco Pieracci)

Areola 6 - Così così con i piedi, le mani non le deve usare fino al colpo di testa di Jovic sul quale non sembra esattamente il ritratto della reattività. Per fortuna che hanno inventato il VAR avrà pensato. Va giù tardi un po' tardi sul diagonale vincente di Bonaventura.

Coufal 6 - Marcatura spigolosa: usa l'olio di gomito per calmare i bollenti spiriti di Kouame. Se lo perde solo una volta, sulla rete annullata. Si toglie lo sfizio di vincere un trofeo in patria.

Zouma 6,5 - Jovic si inabissa nella vana ricerca di palloni giocabili, perché in marcatura è un martello pneumatico. La mette sul piano fisico, dominandolo. Dal 61 Kehrer 6 - Cabral è più vivo del serbo, ma tiene botta.

Aguerd 6 - Piena sintonia col compagno di reparto, come da manuale uno attacca e l'altro copre. Lavora in sincrono per tagliare fuori dal gioco la prima punta viola. Non riesce a chiudere sul pareggio.

Emerson 5,5 - Torna a giocare una finale dopo quella di Euro 2020 aggiudicandosi il ballottaggio a sinistra con Cresswell. Sofferenza pura nella ripresa con Nico Gonzalez, dal quale si fa sovrastare.

Rice 6,5 - La sfida fra pesi massimi con Amrabat è una delle chiavi della finale. Pareggia il duello sul ring col marocchino, cerca anche il colpo da ko. L'ultima gioia da capitano prima di salutare.

Soucek 6,5 - Roccioso nei duelli ingaggiati in mezzo al campo, dai quali esce difficilmente sconfitto. Sempre pericoloso negli inserimenti senza palla, impegna seriamente Terracciano.

Bowen 8 - Vive di fiammate improvvise, a volte sembra assentarsi però quando si accende è un pericolo pubblico. Commovente il sacrificio in copertura, non perde lucidità nella cavalcata verso la gloria. È lui l'uomo del destino.

Paqueta 7,5 - Balla la samba sulla trequarti cercando di sfuggire alla sorveglianza di un Amrabat in formato Mondiale. Movenze eleganti, con una giocata da campione trova il pertugio giusto per spedire in porta Bowen.

Benrahma 6,5 - Dodò lo va a prendere molto alto per impedirgli di puntarlo nell'uno contro uno, giustamente ammonito per il tuffo carpiato degno di una piscina olimpionica. Sicuro dal dischetto, l'unica cosa buona. Dal 76' Fornals 6 - Porta una ventata di freschezza nel finale.

Antonio 5,5 - Suona subito al campanello di Terracciano, ma è uno scherzo. Milenkovic e Ranieri non gli concedono mai l'appoggio costringendolo a stare sempre di spalle. Dal 94' Ogbonna sv

David Moyes 7 - La partita a scacchi con Italiano si svolge secondo il canovaccio previsto: lascia la palla ai viola affidandosi alle ripartenze in campo aperto dei suoi velocisti. Va avanti, si fa riprendere ma la sua squadra si dimostra più smaliziata capitalizzando gli errori difensivi degli avversari. Toglie la polvere dalla bacheca arricchendola con un trofeo europeo dopo 58 anni, al termine di una Conference nella quale non ha conosciuto sconfitte. Ora è leggenda.

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