Ibra comanda tutti. Intanto il Milan ha vinto una sola partita su cinque (contro il Venezia)
Le parole di Zlatan Ibrahimovic, tornato nei giorni scorsi a Milano, sembrano raccontare di un nervosismo strisciante. "Quando il leone va via, i gattini arrivano; quando il leone torna, i gattini spariscono. Il livello è molto basso, si parla troppo ma io penso solo a lavorare. Sono stato via per motivi personali, ma sono presente dal primo giorno. Il mio ruolo? È semplice: comando io, sono il boss e tutti gli altri lavorano per me".
Quindi, visto che è il boss, sono imputabili a lui colpe ed errori. Il Milan visto con il Venezia può non essere per forza un falso positivo, ma c'è da dire che la sfida di ieri sera è stata impari. Il Milan è partito a razzo, trovando subito il gol, salvo poi non tirare più in porta. C'è sicuramente un fallo di mano di van Dijk che è discutibile, così come il successivo intervento ginocchio contro ginocchio, ma è un po' poco per sperare di appellarsi a dire di avere giocato ad armi pari. Il Milan non sembra avere le idee chiarissime, nonostante un attacco da possibile big d'Europa. Dietro appare fragile, il Liverpool è arrivato troppe volte con la possibilità di appoggiarla in porta, non è successo per errori di imprecisione.
L'assenza di Ibrahimovic in un momento difficile, visto che è il boss per sua stessa ammissione, evidentemente porta a delle polemiche. Magari strumentali, però se fai certi paragoni con entità sovrannaturali, ti aspetti qualcosa in più di una vittoria nelle prime cinque, peraltro contro un Venezia che sembrava vittima sacrificale.