Il ritorno in Italia di De Ligt, il campione scappato dalla Serie A. Un incubo l’ultima con l’Inter

C'eravamo tanto voluti. La Juventus e Matthijs de Ligt, quello che doveva essere il colpo iconico della nuova gestione di casa Agnelli. Si sono detti addio dopo tre anni di alti e bassi, di prestazioni monstre e falli di mano, a un prezzo molto simile a quello che era servito alla Vecchia Signora per strapparlo all'Ajax. Non una delusione, ma neanche un colpo andato a segno fino in fondo. Per entrambi.
Il difensore fuggito dall'Italia per diventare grande. Crisi di rigetto è forse eccessivo, ma è evidente che De Ligt e la Serie A non si siano presi. Non era, il nostro, il campionato giusto per un difensore così evoluto tatticamente e pure così indietro su alcune letture. Ha il potenziale per essere il numero uno del mondo, Matthijs, ma in Italia non è cresciuto quanto avrebbe potuto. È fuggito dal Bel Paese, e ormai non fa neanche troppo per nasconderlo ("giocano sempre allo stesso modo", parla dell'Inter, ma forse di qualsiasi squadra italiana) ed è andato al Bayern Monaco, tappa perfetta per chi vede la propria crescita e la propria affermazione nella direzione del fussball del futuro - o forse del presente - predicato da Nagelsmann.
Ritrova l'Italia, ritrova l'Inter. L'ultima volta è stata un disastro. Ha sfoggiato il pollicione, De Ligt, sceso dal pullman che ha portato il Bayern a Linate da Malpensa. Ha risposto così ai tanti tifosi presenti, a chi ancora gli urlava "forza Juve" e a chi gli inveiva "Juve qualcos'altro". È tornato in Italia, e ritroverà l'Inter, avversaria di tante battaglie. L'ultima, andata piuttosto male: finale di Coppa Italia, due rigori causati, vittoria della squadra di Simone Inzaghi. Simbolicamente e non, l'ultimo atto di una storia d'amore che non è mai sbocciata davvero. Lautaro&Co, questa sera a San Siro, si augurano di vederlo in formato combinaguai, e non difensore del futuro.
