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Inter-Barcellona 4-3, le pagelle: Lautaro e Inzaghi 9. Acerbi e Frattesi, gol che valgono carriere

Inter-Barcellona 4-3, le pagelle: Lautaro e Inzaghi 9. Acerbi e Frattesi, gol che valgono carriereTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 06:15Serie A
di Ivan Cardia

Inter-Barcellona 4-3
(21’ Lautaro, 45’+1 Calhanoglu, 90’+1 Acerbi, 98’ Frattesi; 54’ Garcia, 60’ Olmo, 88’ Raphinha)

Le pagelle dell'Inter

Sommer 8,5 - Sbaglierà anche Garcia, ma la parata è irreale. Tiene in piedi l’Inter con un finale strepitoso e un’altra parata da urlo su Lamine Yamal. Vibes da Julio Cesar.

Bisseck 5,5 - Un paio di errori gravi in uscita, nel complesso tiene botta su Raphinha che non è uno qualsiasi. Dal 70’ Darmian 7 - Entra e basta la sua freddezza a rimettere in carreggiata l’Inter, sarà un caso.

Acerbi 8 - C’è chi firmerebbe per averlo come quarta punta l’anno prossimo. Il pretoriano di Inzaghi firma il gol che fa rinascere l’Inter. È una rete che vale una carriera.

Bastoni 7 - Su Lamine Yamal si fatica, e non potrebbe essere altrimenti. Una chiusura clamorosa nel primo tempo in scivolata, quando si sgancia aiuta la manovra.

Dumfries 8 - L’uomo più temuto da Flick, dopo la doppietta a Montjuic: l’Inter lo cerca sempre dal fondo, funziona. Scatta coi tempi giusti e serve Lautaro per il gol che sblocca la serata. Perde Raphinha sul 3-2, si rifà con l’assist per la rete che porta la partita ai supplementari. Dal 108’ De Vrij 6,5 - Entra concentrato, freddo, ripulisce ogni briciola che gli passa davanti con attenzione chirurgica.

Barella 7 - Sombrero e tiro, barcelonista. Non sempre brillante, ma è l’unico dei centrocampisti a tenere il ritmo dei catalani, Marciniak lo ferma lanciato a rete nei supplementari.

Calhanoglu 6,5 - Quarantanovesimo rigore segnato in carriera, sei su sei in Champions: la definizione di infallibile. Perde la palla che porta al quasi rigore per il Barca nella ripresa. Dal 79’ Zielinski 6,5 - Entra e non delude. Come tutta l’Inter, non era scontato.

Mkhitaryan 7 - Da clonare. Finché ne ha, è il miglior centrocampista in campo, anche al cospetto del potenziale prossimo Pallone d’Oro. Finché ne ha: chiude in affanno e rischia su Lamine Yamal. Dal 79’ Frattesi 8 - E pensare che a gennaio voleva andare a Roma per fare il titolare. Da super-sub, segna il gol che vale la finale di Champions. Non vale di più?

Dimarco 6 - Alti in fase offensiva, bassi in difesa: è lui a rubare la palla che diventa quella dell’1-0. Ma lascia tanto spazio a Lamine e dimentica Eric Garcia sul gol che riapre la partita. Dal 55’ Carlos Augusto 5,5 - Invocato da molti perché oggettivamente in forma migliore, entra in maniera disastrosa. Poi si riprende.

Thuram 7,5 - La posizione irregolare lo assolve per la poca freddezza al cospetto di Szczesny. Novanta minuti un po’ da panterone moscione, tanti duelli aerei vinti e poco altro. Poi tira fuori dal cilindro un numero che vale il biglietto per la finale di Champions e offre a Frattesi la palla del 4-3. Cambia tutto.

Lautaro 9 - La prima istantanea è il Toro che va a rialzare Lamine da terra e gli fa capire l’andazzo. Ha fatto di tutto per esserci: giocando su una gamba, indirizza la serata con gol e rigore conquistato. Difficile ricordare una standing ovation più meritata. L’Inter gli assomiglia. Dal 70’ Taremi 7 - Per una sera entra benissimo nella partita, sia negli appoggi che nelle azioni difensive.

Simone Inzaghi 9 - Un fotogramma: fuori Calhanoglu, dentro Frattesi. San Siro dubita. Perché, diciamolo, di Inzaghi si continua a dubitare nonostante tutto, e non lo fanno solo autori di improbabili sparate a caccia di visibilità. E invece Frattesi segna il gol che vale il biglietto aereo per Monaco, e forse con la seconda finale di Champions in tre anni sarebbe anche l’ora che si smettesse di dubitare. Meriterebbe la vittoria, ma si vedrà. Alla faccia dell’annata fallimentare.

Le pagelle del Barcellona

Szczesny 6 - Non ha grosse responsabilità, ma i gol subiti restano quattro. Attento in un paio di uscite, alte e basse.

Garcia 7 - L’eroe che i catalani non si aspettano, apre la remuntada che poi l’Inter spegne. Bene anche in fase difensiva. Dal 98’ Fort 6 - Il giovincello non regge un’Inter epica.

Cubarsi 5,5 - In Spagna lo considerano una sorta di favorito di Laporta: all’andata è stato il migliore dei difensori catalani. Al ritorno stende Lautaro in area blaugrana e soffia parecchio. Dal 106’ Pau Victor s.v.

Inigo Martinez 5,5 - Chiude il primo tempo con rosicata e il sospetto di uno sputo. Qualche sbavatura. Dal 76’ Araujo 5,5 - Entra e la situazione non migliora particolarmente.

Gerard Martin 6 - Flick lo conferma nonostante le enormi difficoltà su Dumfries a Montjuic. Restano tutte, ma quando si sgancia fa male all’Inter.

Pedri 7 - Danza sul pallone come solo i grandissimi. Tiene la luce accesa anche sotto di due gol, è il centro di gravità permanente di un Barça che il primo passaggio lo sbaglia forse all’85’. Dal 107’ Gavi 5,5 - Non tira fuori dal cilindro il coniglio che servirebbe al Barça per la finale.

De Jong 6,5 - Un piacere vederlo giocare, in entrambe le fasi. Ripulisce palloni che Pedri impreziosisce.

Dani Olmo 6 - Perde la palla da cui nasce l’1-0, mette in rete quella del pareggio catalano. A due facce, come si direbbe Dall’82’ Fermin Lopez 6 - Non riesce a incidere come il compagno, né in bene né in male.

Lamine Yamal 7,5 - Quando parte, non lo prendi. Mai. Conferma a San Siro, alla Scala del Calcio, di avere numeri strepitosi, impareggiabili. Però nel tabellone non c’è, anche per merito di Sommer.

Ferran Torres 5,5 - Non riesce mai a pungere Acerbi, in ritardo sull’unica vera occasione che gli capita a tiro. Dal 90’ Lewandowski 5,5 - Il suo rammarico è essere arrivato chiaramente non al top della forma all’appuntamento con la gara più importante della stagione.

Raphinha 7 - Segna ancora, il titolo di capocannoniere ce l’ha in mano. Fa ammattire Bisseck, su Darmian ha vita decisamente più dura.

Hansi Flick 6,5 - La remuntada è incredibile, ma i cavalli si vedono alla distanza. E la fase difensiva del suo Barcellona, bella e coraggiosa, è anche tanto rischiosa da costargli la finale. Onore al merito: sotto la sufficienza, uno dei due allenatori che ha regalato a San Siro una semifinale epica, non ci può comunque andare.

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