L'indice di liquidità rallenta il mercato della Lazio. Un 'incubo' che da gennaio finirà

Per la Lazio il tema dell'indice di liquidità è una sorta di incubo ricorrente, un nemico ormai noto dalle parti di Formello, che costringe a vincoli e rigide limitazioni sul mercato. La Lazio, d'altronde, è lontana dalla soglia di 0,8 che quest'anno viene imposta dalla FIGC, motivo per cui si trova con le mani legate costretta a spendere solo quanto incassa per non alterare i valori. Da qui l'impossibilità di fare mercato e la necessità di liberarsi di alcuni esuberi per far spazio almeno a un acquisto.
Come viene però ricordato anche dall'edizione locale di La Repubblica, quello dell'indice di liquidità è un incubo che sta per esaurirsi, per quanto riguarda la Serie A. L'indice di liquidità infatti a breve non sarà più vincolante per fare mercato. A partire dal 1° gennaio 2026 e, quindi, già dalla prossima sessione di mercato conterà, invece, l'indicatore del costo del lavoro allargato ( che avrà una soglia 0,8 per la stagione ‘25-‘26) e che corrisponde al rapporto tra il costo della rosa (quindi gli ammortamenti per i cartellini, gli ingaggi lordi e le commissioni per gli agenti) e i ricavi del club.
L'obiettivo della FIGC è infatti di adeguarsi alle direttive della UEFA sul pareggio di bilancio. Così facendo, ci sarà un altro criterio da dover rispettare per potersi muovere liberamente nelle varie sessioni di calciomercato, stando attenti che che: i costi non superino l'80% del fatturato (il 70% per il 2025/2026), quindi del totale dei ricavi.
