La Juve e Pirlo battono il Napoli e tirano un sospiro di sollievo. E riabbracciano Dybala

Non poteva esserci risposta migliore. La Juventus rialza la testa dopo le brutte prestazioni contro Benevento e Torino, costate cinque punti, e porta a casa, nel teatro dell’Allianz Stadium, quello che a più riprese è stato definito uno spareggio Champions League. A Torino finisce 2-1 fra i bianconeri di Andrea Pirlo e il Napoli dell’amico Gattuso, salutato inizio gara con un bell’abbraccio all’imbocco del tunnel degli spogliatoi. Apre le marcature Cristiano Ronaldo, che si fa perdonare un errore clamoroso sotto porta dopo pochi secondi dal fischio d’avvio, bravo a sfruttare un’azione travolgente di Federico Chiesa, assoluto protagonista dell’incontro con le sue scorribande in giro per il rettangolo verde. Chiude Insigne su calcio di rigore, provocato da un'entrata in ritardo di Chiellini su Osimhen, che spiazza Buffon e regala minuti di recupero palpitanti. In mezzo però la storia della serata: quella targata Paulo Dybala che, 87 giorni dopo l’ultima apparizione, ha bisogno di soli 240 secondi per lasciare il segno.
IL GOL E L’ABBRACCIO DELLA SQUADRA - Era il 10 gennaio quando, nel pieno del rilancio dopo un inizio di stagione opaco, il ginocchio di Paulo Dybala ha fatto crack. Sembrava qualcosa recuperabile in poche settimane ma poi il fastidio si è protratto fino al rientro, nella serata di ieri, al minuto 69 quando Andrea Pirlo l’ha inserito al posto di Alvaro Morata. E gli sono bastati quattro giri d’orologio per prendere confidenza col terreno dello Stadium e insaccare il più classico dei gol alla Dybala: mancino, basso, a giro sul secondo palo che non lascia scampo a Meret e mette in discesa la partita. Una liberazione. Non nascosta nell’esultanza che prima l’ha visto correre, gridando al cielo, verso la bandierina e poi venire sommerso dall’abbraccio dei compagni. Caldissimo, in particolar modo, quello del capitano Giorgio Chiellini. E rialzatosi anche la dedica al compleanno della mamma con tanto di maglietta celebrativa. Aveva bisogno la Joya di una serata così, tanto quanto il suo allenatore e la sua squadra. Per ripartire assieme, quantomeno per questo finale di stagione, dimostrando, tutte le parti in causa, di poter chiudere in crescendo un’annata complicata ma che può essere costruttiva per i piani futuri. Ma intanto è giusto pensare al presente che racconta, 185 giorni più tardi rispetto alla data originaria, la vittoria della Juventus sul Napoli tra le mura dell'Allianz Stadium.
