Pulici chiarisce: "Falsità su di me, ho visitato il Fila ma voglio ancora che Cairo venda il Torino"

Qualche giorno fa, a seguito della ricorrenza di Superga del 4 maggio, l'ex attaccante granata Paolo Pulici ha fatto visita al Torino. Un momento che qualche tifoso dei piemontesi ha interpretato come un tentativo da parte del club di ammorbidirne le posizioni.
In tal senso lo stesso Pulici ci tiene a precisare la propria posizione a Tuttosport: "Sono furente, non solo allibito! Bisogna fare chiarezza, stanno uscendo cose assurde su di me. Delle falsità, sciocchezze pazzesche!". Spiega quindi l'ex bomber granata: "La visita era totalmente casuale, né programmata né da me richiesta. Mi chiedo chi abbia interesse a sfruttare la mia immagine, a decontestualizzare tutto e strumentalizzare la visita".
Prosegue e conclude nel suo racconto Pulici: "Come tante altre volte, anche quest'anno ho preferito salire a Superga il giorno dopo, il 5 maggio. È una doppia forma di rispetto, proprio per non comparire. Mi ci hanno accompagnato amici granata in automabile, ci siamo fermati a mangiare vicino al Filadelfia e sono arrivati tifosi. La voce, evidentemente, si è sparsa... Una cosa bellissima, il Torino è dei tifosi e saranno sempre la mia vita. Così hanno cominciato a dirmi di andare a vedere il Fila, di farci un giro. Io ci ho passato 17 anni ed è sempre un'emozione. Così ho accettato e mi hanno accompagnato dentro, dove c'erano Vanoli e i dirigenti. Che dovevo fare, essere maleducato? Se stringo la mano al ds del Torino mica cambio idea su Cairo! Mi hanno voluto fare una sorpresa, preparando al volo una maglia col mio nome stampato per regalarmela. Li ho ringraziati, abbracciati e salutati, con qualche battuta sul più e sul meno. Ho ricordato i brividi quando vestivo quella maglia, Vanoli mi ha detto che gli è capitato di citare mie frasi per motivare i giocatori. Mi ha fatto piacere, sono cose emozionanti. Ora però scopro che su internet si scrive che ho fatto la pace con Cairo o che mi sarei fatto comprare una maglietta... Pazzesco! L'ho detto tante volte, il suo non è il vero Torino. Cairo vent'anni fa volle ascoltarmi a Milano per poi dirmi che non sapeva che ruolo darmi nel suo Toro ma non è per questo che giudico fallimentare il suo ciclo. Sono vent'anni modesti, mediocri, senza ambizioni vere e con una valanga di promesse non mantenute, oltre alla continua vendita dei talenti migliori. Manco il museo del Grande Torino ha fatto. Anche io, come i tifosi, spero nel cambio di proprietà e in una nuova società migliore".
