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Roma, De Rossi: "Gli ultimi minuti non passavano mai, sono veramente felice"

Roma, De Rossi: "Gli ultimi minuti non passavano mai, sono veramente felice"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
sabato 6 aprile 2024, 20:36Serie A
di Marco Pieracci

Daniele De Rossi, tecnico della Roma, commenta così ai microfoni di DAZN la vittoria per 1-0 nel derby con la Lazio: "Sempre bello vincere un derby, da allenatore è un po' diverso, perché la sconfitta ricade sempre sugli allenatori. Era un periodo un po' lungo nel quale la Roma non riusciva a trovare questa vittoria, sentivamo un'attesa incredibile rispetto a questa partita, quella dei tempi migliori quando giocavamo magari per qualcosa di più alto. Sono tanto felice, forse da allenatore c'è ancora più tensione emotiva, quando giocavo correvo e mi distraevo. Gli ultimi minuti sono stati tosti da sopportare, ho chiesto al quarto uomo se si era rotto il tabellone perché il tempo non passava mai. Comunque è andata bene e sono tanto, tanto felice".

Che emozioni avete provato nel festeggiare con i vostri tifosi?
"In queste partite si fa un po' di cinema che è anche sano, io ero andato dentro e i miei giocatori mi hanno preso quasi di peso per portarmi sotto la curva, ma quello è il loro momento insieme ai tifosi che ci hanno sostenuto sempre e in ogni situazione, almeno da quando sono arrivato io. Era un momento più loro, ma mi sono goduto qualche abbraccio anch'io che non è mai poco".

Perché a Lecce sono mancate le seconde palle?
"A Lecce erano mancate perché l'allenatore deve migliorare, se fai una partita così vuol dire che questa squadra mentalmente deve migliorare tantissimo. Mi arrabbiavo con me stesso perché non ho trasmesso la stessa carica di questo derby, eppure era una gara altrettanto importante. Dobbiamo essere sempre questi, anche se è normale che il derby ti tira fuori qualcosa in più. A fine primo tempo li ho ringraziati, gli ho detto di andarcelo a prendere ma l'atteggiamento non deve mai mancare. Il primo tempo è stato giocato molto bene, l'atteggiamento è durato 90 minuti, anche chi è entrato. Tutti sono stati meravigliosi dal punto di vista del derby che per come la vedo io non dovrebbe essere molto distante da quello di un Lecce-Roma".

Abraham insieme a Lukaku?
"Avevo bisogno di quei due cavalli davanti che andassero a duemila e ripiegassero a centrocampo. Chi entra in un derby è sempre carico. Chi come lui veniva da nove mesi di calvario, che il primo giorno a cominciato a dirmi "I can't wait" non vedeva l'ora di giocare. Mi sono detto buttiamolo dentro, leviamogli il guinzaglio e si è messo correre a destra e sinistra dietro a tutti. Stasera è stato fantastico ma si allena con noi solo da due/tre settimane. Per vedere il vero Tammy ci vorrà ancora un pochino di tempo".

Quali meriti ti dai?
"Io odio i finti umili, quelli che danno sempre meriti agli altri perché poi dopo alla fine sono quelli che pensano di essere più bravi di tutti, però questa opportunità mi è cascata dal cielo. Qualcuno quando l'ho colta mi ha detto che sono stato coraggioso, ma era un'occasione enorme, al di là dell'aspetto emotivo che ho per questa famiglia, ma alleno giocatori forti che ogni tanto nascondono sotto il tappeto qualche pecca di inesperienza. I meriti ci sono, ho cercato di lavorare su quello che ritenevo migliorabile, c'è ancora qualcosa da migliorare. Ho puntato su qualcosa che potenzialmente potevano fare meglio, non perché lo facessero male ma perché ogni allenatore ha le sue richieste. In queste undici partite si sono visti risultati buoni ma anche altre partite meno buone perché l'ultima è stata veramente brutta. L'inventario si fa alla fine di ogni settimana quando si va a vedere quello che manca".

Pensi di aver fatto lo step successivo in carriera?
"Questo sì, ho allenato in Serie B, per poco tempo e si parlava solo dell'ex calciatore. I risultati non aiutavano a parlare d'altro. Qui ho trovato una squadra, che mi sta aiutando a diventare famoso, ogni tanto glielo dico e non mi stanco. Ho visto com'è stata letta la partita di Lecce dalla critica romana. So che non mi perdoneranno niente, alla prima partita nella quale inciamperemo ci saranno ripercussioni ma è giusto così. Non voglio essere coccolato o protetto perché sono stato una vita qui, ma trattato da allenatore vero".

Da capitan futuro a mister futuro?
"Adesso direi mister presente perché più presente di così, soprattutto stasera, non mi ci sono mai sentito. Ero uscito dal giro Roma, venivo lo stadio a fare il tifoso ma non ero dentro le dinamiche. Non facevo interviste, non facevo ospitate, ero rimasto al di fuori, sostenevo solo i giocatori che conoscevo e venivo allo stadio a fare il tifo con i miei amici, una volta anche mascherato. Rientrare mi ha fatto effetto ma ogni domenica c'è una botta di adrenalina e di emozioni gigantesca, nuova. Il derby l'ho vissuto abbastanza serenamente, ma con un picco di emozioni finali che mi porterò per sempre dentro. I futuro non lo so, penso solo al presente. Ogni tanto bisogna fermarsi un po', buttarsi sul divano con birra, patatine e godersi il momento".

Stasera non studierà il Milan?
"Ho il mio staff che mi proibisce di vedere le squadre che incontreremo la volta dopo. C'è questo patto, che per ora ha funzionato. Il Milan lo conosciamo bene, lo abbiamo visto mille volte, già da stasera lo analizzeremo ma lo faremo un po' più rilassati".

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