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TMW RADIO - Prof. Castellacci su Eriksen: "Malattie aritmogene sfuggono a controlli di routine"

TMW RADIO - Prof. Castellacci su Eriksen: "Malattie aritmogene sfuggono a controlli di routine"
© foto di Federico De Luca
lunedì 14 giugno 2021, 18:59Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Enrico Castellacci intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Il professor Enrico Castellacci, medico dello sport, ha parlato a TMW Radio, intervenendo in diretta nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervento comincia dal momento del malore di Eriksen: "È andato tutto come si vorrebbe quando succede un dramma di questo genere. Almeno c'è stata la fortuna di trovarsi in un luogo dove ha potuto essere soccorso rapidamente e ai massimi livelli. Bravissimi i ragazzi a mettersi intorno, soprattutto Kjaer che ha fatto il primo atto medico impedendo che si incastrasse la lingua. Per fortuna poi c'è stato l'utilizzo tempestivo e corretto del defribillatore. Fortunatamente è vivo e vegeto, se giocherà o meno si vedrà poi".

I corsi di primo soccorsi dovrebbero essere di più?
"Il fatto che la FIGC voglia far fare il corso ai giocatori mi pare più che altro un atto simbolico. Non dimentichiamoci che sono circondati da staff sanitari in cui tutti hanno la possibilità di svolgere certe mansioni e manovre. Ci deve essere una diffusione capillare: essendo Eriksen dell'Inter e all'Europeo si è tutto amplificato, ma magari è successo qualcosa di simile ieri in una palestra con un ragazzo che è morto, e non si sa. Dobbiamo capire che il problema è nei territori, va cambiata la filosofia. Bisogna saperli usare i defribillatori, anche se non è complicatissimo. Ci sono tecniche relativamente semplici, che però possono salvare vite umane".

Come se la spiega da un punto di vista medico la vicenda di Eriksen?
"In Italia vengono fatte visite d'idoneità che sono le più severe di tutto il mondo. Ricordo i titoli di quando morì Puerta, lessi che in Italia probabilmente si sarebbe salvato. Alcune malattie, specialmente di tipo aritmogeno, spesso sfuggono ai controlli normali e di routine. Ci sta che non siano stati viste certe cose...".

Quale medico si prenderà la responsabilità di dargli il via libera?
"Queste sono le responsabilità del medico sportivo. Pensate a chi gli ha dato il via libera medico, cosa starà vivendo ora. Ci sono protocolli cardiologici cui attenersi per dare o meno l'idoneità. L'assenza di rischio non esiste mai, nemmeno in una persona sana. Qualora fosse riscontrata una patologia curabile, servirebbe dire che è idoneo solo quando lo consente il protocollo".

Serve anche un via libera psicologico?
"Semmai quello è un aspetto successivo al parere dei medici. Sicuramente, una volta scampato il pericolo, si tende a scordare il rischio e a pensare al futuro. Qualora i medici dovessero dare un'idoneità, che a mio giudizio sarà difficile senza valutare i motivi che hanno portato all'episodio, dovrà fare del training autogeno".

Perché non tutti i calciatori dell'Europeo sono vaccinati?
"La cosa mi ha lasciato interdetto sin dall'inizio. Come può un organismo come l'UEFA non fare almeno un invito a vaccinarsi a tutte le varie nazionali? Fortuna vuole che molti si siano vaccinati, quindi anche chi non l'ha fatto incontrerà meno pericoli".

Come risponde a chi sostiene correlazioni col vaccino dietro a certi episodi?
"Mi turba doverlo commentare. La superficialità con cui molti politici affrontano determinati argomenti lascia interdetti, senza parole. Se le commenti dai a queste persone un'importanza che non dovrebbero avere".

Come la vede questa Italia?
"Mancini ci ha rimessi in vita. I giocatori dimostrano gioia e compattezza, anche Lippi quando parlava dei suoi diceva: non ho una squadra, ho la squadra. Come avesse avuto un club. Non dimentichiamoci che hanno fatto una serie infinita di risultati positivi, molto incoraggianti. Per andare avanti in un torneo ci vogliono caratteristiche come queste: unione d'intenti, compattezza. Vediamo il prosieguo ma siamo tutti ottimisti".

Dobbiamo riabituarci al pubblico costantemente negli stadi?
"Sono convinto di sì, abbiamo travalicato il punto di non ritorno. Ora puntiamo alla vaccinazione di gregge, già ce ne sono tantissimi. A ottobre sono ottimista sul fatto che avremo gli stadi pieni, o quasi".

Che ne pensa delle polemiche sulle varie tipologie di vaccino?
"Non sono stati fatti in 5-6 anni, ma in poco più di uno. Dobbiamo accettare lo scoprire momento dopo momento gli eventuali nuovi effetti collaterali. È un rischio da prendere, fa parte del gioco per provare a contenere i numeri della pandemia. In generale però ci stanno dicendo che, per alcuni casi, fare un richiamo diverso dalla prima dose può persino portare maggiori anticorpi".

Ad oggi si registrano aggiornamenti su eventuali strascichi del Coronavirus sul fisico di chi l'ha contratto?
"Vedremo man mano, anche negli atleti. Sono convinto che un minimo di segno il virus lo lasci, anche in maniera leggerissima. Chi però lo ha avuto in maniera sintomatica, sicuramente, ha fatto più fatica a recuperare. Serviranno studi e accertamenti più approfonditi. In parte sono già in corso".

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