TMW - Stojkovic: "Mettemmo il Milan in ginocchio, poi la nebbia. Errore rigiocarla il giorno dopo"

Dragan Stojkovic, grande ex dello Stella Rossa e protagonista della storica doppia sfida del 1988, racconta nel corso di una lunga intervista ai nostri microfoni quella che fu una delle partite che hanno cambiato il corso degli eventi nel calcio europeo:
Parliamo di Stella Rossa-Milan: quando queste due squadre si incontrano è inevitabile pensare alla partita del 1988
"Quando parli di Stella Rossa-Milan parli della storia del calcio. In Serbia ancora oggi tutti ne parlano: la si può vedere in TV, si leggono ancora storie sui giornali. Sono partite leggendarie, credo sia una di quelle pochissime che hanno fatto davvero la storia. Quel Milan era straordinario, con i tre olandesi, posso dire che sia stata la squadra più forte contro la quale io abbia giocato in Europa. L'intensità, il pressing degli uomini di Sacchi fu pazzesco per l'epoca".
Una delle più clamorose sliding doors del calcio
"Non si vedeva nulla. Nel primo tempo si poteva giocare tranquillamente, ma quel che ricordo all'uscita degli spogliatoi per la ripresa fu assurdo: una nebbia fortissima, non si vedeva nulla. Segna dopo cinque minuti Savicevic. Pensate che era senza allenamento alle spalle, perché era appena arrivato in permesso dal militare. Quel gol noi lo riusciamo ancora a vedere, i tifosi dubito. Passano i minuti e la nebbia si fa sempre più fitta, fino a che al 65' l'arbitro dice: 'Non si può andare avanti'. Una beffa. Il il nostro era un dominio completo sulla partita, il Milan in ginocchio e c'era qualcuno che aveva perso la testa, tanto che si era ritrovato in dieci per l'espulsione di Virdis".
Si rigioca il giorno seguente
"Ci fu un'ingenuità clamorosa dello Stella Rossa, che ha accettato di giocare il giorno seguente. Il delegato della partita ci dice: 'Il recupero dipende da voi, potete giocare domani o tra una settimana'. Il nostro allenatore, che era Branislav Stankovic, un vecchio zio, mi dice: 'Ma sì, andiamo a giocare domani'. Noi contestiamo la scelta, cerchiamo di farlo tornare sui propri passi: 'Ma mister, siamo morti come facciamo? Loro hanno i sostituti!". Non ne volle sapere: "Giochiamo, giochiamo". Si gioca il giorno dopo ma questa volta il Milan ha nuove risorse e infatti gioca molto meglio, si mostra più pronto fisicamente. Segna un gol con la palla che finisce un metro dentro, vedono tutti tranne l'arbitro. Ancora non mi capacito di come abbia potuto. Loro trovano lo stesso il gol con Van Basten, rispondo io con un golazo su assist di Savicevic. Il genio e io eravamo un tandem incredibile, potevamo giocare a occhi chiusi. Si va ai rigori, vincono loro. E la storia cambia. Ma noi oggi come allora siamo orgogliosi di quella partita, perché abbiamo scritto una pagina di stori del calcio".
Lei crede che senza quella nebbia lo Stella Rossa avrebbe potuto vincere la Coppa dei Campioni?
"Non in quella edizione, non eravamo pronti. Savicevic era al militare, Pancev anche. Io giocavo da solo, mancava un centrale difensivo. Due anni dopo è stata tutt'altra storia perché la squadra si rinforzò con giocatori come Mihajlovic e Belodedici".
