Turco (La Repubblica): "Toro da rivoluzionare. Baroni? Sotto esame c'è la società”

Poco meno di un mese fa si è conclusa un’altra stagione da “zero a zero”, chiusa senza ambizioni né obiettivi, con un Torino che da marzo in avanti si è sciolto perché ormai appagato dal centro-classifica. Tra due mesi, invece, ne inizierà un’altra, con Marco Baroni alla guida al posto di Paolo Vanoli e con un mercato che dovrà regalare rinforzi importanti al nuovo tecnico, considerando anche le uscite già preannunciate dal presidente Cairo e dai tanti giocatori con le valigie in mano. Insieme a Fabrizio Turco, giornalista de La Repubblica, abbiamo parlato di Toro sotto tutti i punti di vista. Queste le sue dichiarazioni a Tuttomercatoweb.com.
Turco, un’altra stagione da metà classifica: come giudica il 2024/2025 del Toro?
“Direi mediocre, ancor più ricordando le aspettative che, come ogni anno, lievitano nel corso dell’estate. Ecco perché, se si considera l’andamento degli ultimi anni, è stata una stagione assolutamente nella media. Nulla di più, nulla di meno”.
La società ha optato per l’esonero di Vanoli: cosa non ha funzionato con il tecnico?
“E’ molto difficile per un allenatore fare il suo lavoro in una società come il Torino. Il club granata, non è una novità, è straordinariamente verticistico; in questo modo non esiste filtro ai problemi e l’allenatore si ritrova a fare i conti con situazioni inaspettate. Stavolta è stato Vanoli a pagare, prima di lui era toccato ai suoi predecessori; chissà se toccherà anche a Baroni”.
E venendo al campionato?
“L’avvio era stato eccellente, poi quando il rendimento si è assestato sono emersi tutti i limiti di una rosa costruita male. Si spiega così l’imbarcar acqua nella seconda parte del girone d’andata: in quella fase la squadra ha inanellato una lunga serie di sconfitte e si è corso il rischio di far saltare per aria tutto il meccanismo. In quel periodo è stato bravo l’allenatore: Vanoli ha tenuto la barra dritta, ha mantenuto i nervi saldi ed è riuscito a ritrovare la linea di galleggiamento. Poi, però, dopo un buon inizio di 2025 - grazie anche ad un mercato oculato che con Elmas, Casadei e Biraghi aveva camuffato le falle estive - nel finale di stagione la squadra ha tirato troppo in fretta i remi in barca. Certo, evidentemente ci sono state responsabilità anche da parte di Vanoli, ma il vero problema consiste nel solito navigare a vista, senza obiettivi, tipico di questa società.
D’altra parte, va detto che – a parte negli anni del Covid in cui il Torino ha seriamente rischiato la retrocessione – sono tante stagioni che da Natale in avanti, o giù di lì, la squadra tira a campare senza avere più obiettivi”.
Il Toro ripartirà da Baroni, che cosa può portare l’ex Lazio?
“Lo ritengo un ottimo allenatore, un tecnico che ha costruito la propria carriera sulla gavetta e che può sposare la causa del Toro creando anche un bel feeling con la piazza. Ma mai come quest’anno la situazione va ribaltata: sotto esame stavolta non ci sarà il tecnico, ma la società. Sono i vertici del club che devono dimostrare di aver capito cosa vogliano fare da grandi, rispondendo alle esigenze dell’allenatore; sono loro che devono far vedere di voler compiere il famoso salto di qualità. Lo faranno? E’ la domanda-chiave, ma dopo vent’anni di nulla per il popolo granata è difficile avere ancora fiducia”.
Big a rischio cessione, giocatori in scadenza, pedine non riscattate: come cambierà il Toro durante la prossima estate?
“Immagino la consueta mezza rivoluzione, il che dimostrerebbe che anche quest’anno si naviga a vista, una politica che riguarda anche tante altre piazze medio-piccole. Buona parte del mercato dipenderà dalle uscite: Ricci, per fare un esempio concreto, è reduce da una stagione appena sufficiente con la conseguenza che le pretese di Cairo potrebbero ridimensionarsi. Di certo, durante la scorsa stagione, la rosa del Toro ha manifestato lacune in ogni parte del campo; a partire dalla difesa che era stato il punto di forza ai tempi di Juric prima di essere demolita un’estate fa. Per non parlare del centrocampo: Linetty è già andato via in scadenza, Ricci è in partenza, ma hanno le valigie in mano anche Ilic e Tameze. E l’attacco? Sanabria può partire senza rimpianti, e molto ruoterà attorno al punto interrogativo di capitan Zapata: riuscirà a recuperare al cento per cento, a 34 anni e mezzo? Infine, il reparto esterni che è completamente da rifare. Ed è un peccato perché un giocatore come Elmas, che non è stato riscattato, sarebbe potuto diventare il nuovo pilastro del Toro su cui costruire. E invece si ripartirà da zero”.
E in entrata? L’avvio di campionato sarà da brividi con sette big nelle prime otto giornate, mai come adesso servirebbe essere rapidi nella costruzione del nuovo Toro…
“Sì, dovrebbe essere così, ma temo che anche quest’anno le cose prenderanno tutta un’altra piega; e le avvisaglie di queste prime settimane non fanno ben sperare. La sensazione è che anche stavolta il Torino non sia in grado di cambiare marcia, e che quindi farà come tutte le piccole del campionato che attendono gli ultimi giorni di trattative per provare a piazzare qualche buon affare. Ma non è così che si costruiscono le squadre che vogliono crescere e che si pongono obiettivi ambiziosi”.
