Veron ricorda lo scudetto del 14 maggio 2000: "Ascoltai la radio e poi mi misi a piangere"

Juan Sebastian Veron, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha ricordato lo scudetto vinto il 14 maggio del 2000 con la sua Lazio. Una vittoria a dir poco rocambolesca, visto che il centrocampista biancoceleste e i suoi compagni appresero alla radio della sconfitta della Juve col Perugia dopo aver vinto la loro partita contro la Reggina. Questo il suo emozionante ricordo:
"Non c’erano mica gli smartphone, a quel tempo. Si poteva vedere la partita su qualche schermo nella pancia dell’Olimpico, ma io non ce la facevo. Soffrivo troppo. Il mio amico Nestor mi ripeteva di stare tranquillo, ma non ci riuscivo, ero agitatissimo. Al fischio finale di Collina mi sono messo a piangere. Sì, a piangere come un bambino. Avevo raggiunto il mio sogno e quello era il mio modo di festeggiare, mentre la gente impazziva di gioia, dentro e fuori dall’Olimpico".
Sullo scudetto e la grande sofferenza provata prima della gioia, Veron ha infine aggiunto: "Considerando il finale, direi di sì: è stato lo scudetto della sofferenza. Ma lo definirei anche lo scudetto della qualità. Eravamo la squadra più forte del campionato, e questo voglio gridarlo forte anche a venticinque anni di distanza. Nessuno era forte quanto la mia Lazio. E poi a guidarla c’era un allenatore speciale, Sven Goran Eriksson, uno che a me ha insegnato tantissimo".
