Brescia, ma Cellino aveva venduto il club? Dopo il caso penalità, ecco il mistero cessione

Ore decisamente convulse in casa Brescia, con il club che a breve riceverà quattro punti di penalità per irregolarità amministrative relative alla scadenza del 17 febbraio, una sanzione che sarà scontata nella stagione 2024-25 e che porta quindi alla riscrittura della classifica. Con un caos assoluto in Serie B: Brescia retrocesso, Frosinone salvo e Sampdoria e Salernitana ai playout, con gli stessi - inizialmente previsti tra ciociari e campani - rinviati ieri a data da destinarsi dalla Lega B a poco più di 24 ore dalla loro disputa.
A ogni modo, spunta un giallo relativo al club lombardo, quello legato alla cessione. Come scriveva il Giornale di Brescia due giorni fa, il presidente Massimo Cellino, fino a poco prima dell'ultima gara di campionato, vinta contro la Reggiana, sembrava pronto ad attuare un piano, quello di "annunciare le proprie dimissioni da presidente affidando la carica a un imprenditore bresciano a lui vicino. Una figura di garanzia che sarebbe servita a far abbassare un po’ i toni, a calmare le acque e a consentire a Cellino di continuare a lavorare dietro le quinte per predisporre le risorse economiche (con anche il contributo dell’imprenditore di cui sopra) destinate alla chiusura della stagione-apertura della prossima (4 milioni sono per questo primo «pacchetto»)", il tutto portando avanti gli incontri per la cessione del club.
Oggi, dichiarazioni dello stesso numero uno del club a La Gazzetta dello Sport: "Non mi va di finire così la mia esperienza al Brescia. Sabato avevo anche definito la cessione del club a una persona perbene, italiana. Ora chissà, siamo nei guai: ma noi daremo battaglia".
E sulla battaglia legale nessun dubbio. Sul resto? Dove pende l'ago della bilancia? Cessione o non cessione? Chissà.
