
Livorno, così non va. Formisano sì, Formisano no: troppa confusione sulla panchina. Per cosa?
Una prima vittoria all'esordio in campionato, contro la Ternana, poi tre sconfitte e i primi scricchiolii sulla panchina: era infatti il 15 settembre, e la posizione di mister Alessandro Formisano sulla panchina del Livorno iniziava a essere attenzionata, fino poi a essere messa in discussione pochi giorni dopo, quelli che avevano portato al ko interno contro l'Ascoli. Primi nomi per il post, poi la vittoria sul Bra, che sembrava aver salvato il tecnico, vittima del precario concetto di 'fiducia a tempo'. Tutto discretamente lineare, fino a quel momento, il pari con il Campobasso aveva dato nuova linfa, o così sembrava: hanno infatti seguito i ko contro Vis Pesaro e Pineto, ed ecco che Formisano è tornato in discussione. O forse no.
Il post gara abruzzese è stato decisamente convulso, con il ds Alessandro Doga che aveva confermato (ennesime) riflessioni in corso sul tecnico, aggiungendo poi che tutti erano in discussione. Ieri, una nuova svolta, il vertice societario ha visto il presidente Joel Esciua confermare l'allenatore: ma fino a quando? Per ora si parla di vederlo regolarmente in panchina contro la Samb, prossimo match. Peccato però che in un progetto si debba credere - o non credere, liberi di cambiare idea - a prescindere da un singolo risultato. Perché viene da chiedersi se una possibile vittoria sulla Samb possa nuovamente salvare Formisano, ma anche se la società sia poi pronta a rimetterlo in discussione alla prima nota storta.
Ma cosa crea tutto questo? Solo un'incertezza che lascia perplessità sul quale sia il vero progetto labronico. Mettere continuamente sulla graticola il mister - e il discorso è generale, non solo riferito a Formisano - dà un segnale di confusione non solo per l'esterno, ma anche nello spogliatoio. Una guida lineare sarebbe sicuramente più produttiva, anche per dimostrare l'effettiva bontà di un progetto che non vuole fermarsi alla Serie C...
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