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Pagliuca: "Studio Maresca, Sarri, Motta, De Zerbi. Per mantenere Juve Stabia in B"

Pagliuca: "Studio Maresca, Sarri, Motta, De Zerbi. Per mantenere Juve Stabia in B"TUTTO mercato WEB
venerdì 24 maggio 2024, 12:48Serie C
di Claudia Marrone
A Tutta C
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Ospite: Guido Pagliuca A TUTTA C con Luca Calamai e Claudia Marrone
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"Itaca è sempre in festa, perché è un mese che facciamo festa a Castellammare": ospite questa mattina della trasmissione A Tutta C, in onda su TMW Radio, esordisce così, sorridendo, il tecnico della Juve Stabia Guido Pagliuca, che lo scorso l'8 aprile ha raggiunto la promozione in Serie B, quattro anni dopo l'ultima volta. Con l'allenatore che ha sempre paragonato la serie cadetta a Itaca, patria dell'eroe mitologico Ulisse, le cui gesta sono raccontante nel poema epico di Omero.

Pagliuca ha poi proseguito: "Ho avuto la possibilità di allenare un gruppo eccezionale, sotto l'aspetto tecnico e di valori morali, e ho avuto la possibilità di lavorare con un Direttore preparato come Matteo Lovisa, attento alla risorsa umana dei giocatori che inserisce nel gruppo: questo ci ha permesso di lavorare sempre con il sorriso, senza pressioni e quindi di fare un percorso importante. Con anche l'aiuto di un Presidente che ci ha messo nelle migliori condizioni possibili per lavorare".

Girone, il C di Serie C, ostico e complesso, ma si può dire che non c'è mai stato davvero un reale avversario della Juve Stabia?
"Durante la scorsa preparazione, con il Ds e il presidente, cercavamo cinque squadre da metterci dietro, e non era facile intravedere in un girone così cinque squadre che potessero stare dietro di noi, che volevamo una salvezza tranquilla. Ma poi, giorno dopo giorno, con una società umile e di lavoratori, e mi riferisco anche a coloro che hanno lavorato dietro le quinte e che si vedono meno ma che hanno mostrato anche grande senso di appartenenza, abbiamo fatto qualcosa di splendido".

Quanto hanno inciso le mosse del club, prima del traguardo finale, come il suo rinnovo, quello del Ds e di senatori quali Gerbo e Mignanelli?
"La società è stata fondamentale in tutto, con queste scelte ha dato la serenità a tutti noi che lavoravamo nel quotidiano. Gerbo e Mignanelli hanno poi condotto magistralmente uno spogliatoio, quando chiudevo quella porta ero certo di avere valori veri guidati da persone esperte. E tutto questo ha inciso".

Ma andiamo al suo personale: come nasce il Pagliuca allenatore?
"Vengo da una carriera di calciatore di basso livello, ero un difensore adattabile a centrocampista difensivo, ma a 26 anni, grazie ad Alberto Lazzerini ho iniziato ad allenare i ragazzini del Cecina. Ho poi studiato, mi sono aggiornato, ho conosciuto persone, e anche grazie alla fame che ho sempre avuto ho iniziato a crearmi un modello mio che è cambiato negli anni. All'inizio vedevo un calcio di cuore, i campi non erano belli e la differenza la faceva quello, ma quando sono approdato al Borgo a Buggiano ho optato per un calcio più di qualità: in quel periodo andai a vedere Zeman per un mese. E ha iniziato a piacermi un calcio più propositivo, giocato, posizionale, fatto di tanti principi e meno schemi. Alla base, però, c'è sempre il giocatore, che è colui che incide sul risultato e dà la possibilità all'allenatore di proporre le proprie idee".

Il Pagliuca uomo è quello che però ha anche altro nella vita, il calcio non fa tutta la sua esistenza. Cosa rappresenta questo nel suo essere?
"Non essendo stato un ex calciatore che poteva permettersi anche di stare fermo un anno e facendo campionati minori son sempre stato attento, ho una famiglia a carico e cerco quindi sempre di mantenere anche quello che è il mio lavoro, avendo un'azienda familiare è più semplice, e inizialmente ho scelto sempre qualcosa, per così dire, a distanza di macchina. La cultura del lavoro, che poi ho riportato anche nel calcio, credo sia fondamentale, ed è una cosa che mi ha trasmesso la famiglia, che ha sempre vissuto il mondo del lavoro".

Ma come mai la Serie B non si è mai accorta di Pagliuca?
"L'aspetto caratteriale, che è una cosa che mi frena e mi ha frenato negli anni, incide tantissimo, come è giusto che sia. E ho fatto un percorso affiancato da una persona toscana, Fabio, che mi ha aiutato tantissimo a trovare la giusta distanza da quello che è l'evento, la partita: qualche anno fa vivevo con più emotività tutta la settimana, e arrivato troppo carico al match. Con l'equilibrio ho lavorato su me stesso, ma devo continuare a migliorare ancora un po' per togliere quelle troppe squalifiche che ancora prendo".

Se avesse una bacchetta magica, quale allenatore andrebbe a vedere per una settimana?
"Ieri sono stato tutta la giornata con un collaboratore di Maresca, che adotta un calcio di principi che mi piacerebbe proporre e che sto studiando, ma che a tratti abbiamo già fatto a Castellammare. Ma è uno studio continuo anche su De Zerbi, Thiago Motta, Sarri: sono mister che mi danno tanto per lo studio".

Veniamo invece alla prossima stagione: cosa ti aspetti e chi non vorresti incontrare visto che la B ancora non è definitivamente composta?
"Faccio una premessa: l'alchimia che si è creata con la nostra gente è stato un valore aggiunto, la Curva Sud è una cosa pazzesca e da questa passione vorrei ripartire. La B è un campionato difficile, dovremmo mantenere l'umiltà, anche perché dalla A sono scese squadre complesse, e ora rischiamo una tra Empoli e Udinese, altre big, ma abbiamo un presidente intelligente: un passo alla volta, il nostro obiettivo sarà quello di salvarci".

Scendiamo nuovamente in C: come giudica questi quarti di finale dei playoff?
"Avendo vissuto il Girone C, so che Avellino e Benevento sono due squadre forti, individualmente e come struttura e societaria, hanno buone possibilità. Mi ha poi sorpreso molto la Torres, che ha fatto qualcosa di veramente importante. Ma vedo il Vicenza come la principale candidata per la promozione".

Ai playoff anche la Juventus Next Gen, ancora in corsa, e l'Atalanta U23: cosa pensa delle seconde squadre?
"Far crescere i giovani in un campionato di Serie C è importantissimo, dà possibilità di ricambio nelle categorie di sopra, e quest'anno Juve e Atalanta hanno proposto davvero un bel calcio. Li si è vista anche la continuità con il calcio di Gasperini, fatto così è un ottimo progetto per costruire i giocatori".

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