5 ottobre 2020, chiude il calciomercato. La Juve prende Chiesa, Smalling torna alla Roma

La pandemia di Covid19, iniziata in Italia a febbraio 2020, ha portato a posticipare differenti situazioni. Il campionato, ovviamente, così come la Champions. I bilanci e, quasi giocoforza, il calciomercato. Tre anni fa esatti il gong delle trattative arrivava il 5 ottobre, una data decisamente innaturale per chi solitamente è abituato a chiudere ad agosto, con i club che ora vorrebbero tagliare corto invece che iniziare di fatto a giugno e concludere tre mesi dopo, con le partite che iniziano sempre prima. Uniformare o morte, verrebbe da dire a occhio clinico, invece che accorciare e basta. Ma la FIFA ha altri pensieri per la mente, mica rendere strutturale una cosa utile per tutti.
Tornando a quel 2020, il colpo di giornata è Federico Chiesa, che arriva in prestito biennale - 10 milioni a stagione - più 40 di riscatto. Il secondo è il ritorno di Smalling alla Roma, dopo una stagione ottima con Paulo Fonseca, che lo mette come il primo nella lista di chi acquistare. L'Inter preleva Darmian dal Parma - che era stato prenotato un anno prima, realisticamente - il Milan vorrebbe acquistare Rudiger, che il Chelsea non considera fra i titolari. Sarebbe stato un colpo sensazionale, ovviamente a posteriori.
La Juventus cedeva De Sciglio al Lione e Rugani al Rennes. Entrambi sono ancora in rosa, dopo quel prestito. La Fiorentina chiudeva Martinez Quarta e Callejon, Schiappacasse finiva al Sassuolo così come Maxime Lopez, Cyprien al Parma e Makengo all'Udinese. La Roma salutava Kluivert e Perotti, il Napoli riportava in Italia Bakayoko, la Samp prendeva Bonazzoli. Infine il Cagliari si consola con Ounas.
