Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche

L'ex Nazionale palestinese Shaheen: "Provo rabbia a vedere atleti israeliani ad eventi sportivi"

L'ex Nazionale palestinese Shaheen: "Provo rabbia a vedere atleti israeliani ad eventi sportivi"
foto ANSA
© foto di ANSA
Oggi alle 13:05Altre Notizie
di Niccolò Righi
fonte ANSA

(ANSA) - FIRENZE, 24 MAG - "Quando vedo che gli atleti israeliani partecipano alle manifestazioni sportive io provo rabbia e ingiustizia. In Israele non c'è solo una guerra ma un genocidio in corso e nessuno riesce a fermarlo: tuttavia loro possono partecipare agli eventi senza nessuna difficoltà, come se fosse un paese normale. Inoltre a volte nelle partite vedo che" viene osservato "un minuto di silenzio per le vittime israeliane ma a Gaza ci sono 50.000 morti. Si vede che noi palestinesi non contiamo niente". Lo ha detto la prima calciatrice palestinese in Italia Natali Shaheen, intervenendo in video collegamento al convegno 'Lo sport come strumento di pace', in corso a Firenze. Shaheen adesso vive in Sardegna e gioca nella squadra del Real Sun Service.

"Spero che un giorno le guerre finiscano, che si possa vivere in pace, senza divisioni", ha aggiunto. Shaheen ha ricordato le difficoltà a giocare a calcio in Palestina, dove anche giocatori e tecnici, come il ct dell'Olimpica Hani al Masdar, sono morti sotto i bombardamenti: "spostarsi tra città e città è difficile, a causa dei posti di blocco che sono stati messi da Israele - ha spiegato -. Io sono nata a Gerico ma giocavo a Ramallah: nel tragitto tra casa e il campo sportivo ci sono due check point, che gli israeliani chiudono quando vogliono. Per questo per arrivare agli allenamenti partivo da casa mia quattro ore prima: nonostante questo, tante volte non sono riuscita ad arrivare in tempo agli allenamenti, mentre altre volte ho dovuto dormire a casa dei miei compagni perché la strada nel frattempo era stata chiusa". (ANSA).

Articoli correlati
Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile