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Orgoglio ma anche qualche rimpianto: l’Inter rinasce a Barcellona

Orgoglio ma anche qualche rimpianto: l’Inter rinasce a BarcellonaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Marchetti

Tutto aperto, tutto impronosticabile, ma tutto possibile.
L’Inter a Barcellona colpisce, barcolla, resiste, colpisce di nuovo e non molla. L’Inter a Barcellona dimostra nuovamente di essere una grande squadra, con una grande mentalità, una grande forza, una grande concentrazione. Riesce a mettersi alle spalle l’enorme delusione (e pressione) per le ultime sconfitte in campionato e coppa Italia e mette subito alle corde il Barcellona. Due straordinarie perle, due capolavori assoluti di - guarda un po’ - Thuram e Dumfries, due che in questo periodo non ci sono stati e che in neanche mezz’ora hanno fatto capire come mai l’Inter era meno brillante.
E se da una parte Lamine Yamal ha galleggiato in mezzo al campo, dispensando gioielli non semplicemente fine a se stessi (il gol dell’1-2 è di una bellezza quasi extraterrestre) dall’altra ci ha pensato Dumfries a tenere attaccata l’Inter, con una straordinaria concretezza. Come un martello ha continuato a picchiare sulla sua fascia, spingendo, spingendo, spingendo, aprendo crepe, dando coraggio, mettendo paura. L’Inter avrebbe potuto perdere, ma avrebbe potuto anche vincere. L’Inter avrebbe potuto naufragare completamente dopo aver sognato fino al 20 aprile, neanche il 1 maggio. E invece l’Inter dimostra di esserci eccome. L’Inter sa di poter guardare tutti negli occhi. Soffrendo, con le sue armi, con la sua identità, con la sua solidità e la sua fisicità. E’ una semifinale di Champions contro probabilmente la più forte delle quattro. Dopo aver eliminato il Bayern Monaco (forse qualcuno se lo scorda). Se l’Inter dovesse guadagnarsi la finale, dopo il ritorno, entrerebbe in finale dalla porta principale. Ma la finale è da guadagnarsela. Non è per nulla scontato. Il Barcellona giocherà come stasera, attaccherà, ma lascerà spazio.

Metterà in difficoltà i difensori nerazzurri, ma concederà occasioni da gol.
L’Inter questa sera ha imparato un bel po’ di cose. Ha imparato che non è affatto scoppiata. Ha imparato che il Barcellona è fortissimo e che a Yamal anche se non gli lasci spazio se lo va a cercare da solo. Ha imparato che a Rafinha non può essere lasciato un tiro dai 35 metri perché fa male lo stesso. Ha imparato che la difesa alta può essere scardinata con i giusti tempi, che la verticalità mette in difficoltà gli spagnoli, che la fisicità mette in difficoltà gli spagnoli, che Sczezsny è davvero l’ultimo difensore del Barcellona. Ha imparato che le traverse a volte aiutano a volte ti castigano, ha imparato ancora una volta che i centimetri e i dettagli fanno la differenza, nel bene e nel male. Ha imparato che Yamal è un fenomeno, ma l’MVP è Dumfries. E’ uscita dal campo rinfrancata da prestazione e risultato e contemporaneamente con il rammarico di non aver portato via anche di più visto il doppio vantaggio o il fuorigioco millimetrico. E’ uscita dal campo con un 50 e 50 da giocarsi tutto martedì sera a san Siro. Una finale prima della Finale. L’Inter ha bisogno di vincere, il Barcellona ha bisogno di vincere. Sarà una partita difficile, sarà una partita simile a quella di stasera e allo stesso tempo completamente diversa. Sarà una partita tattica, con delle soluzioni da studiare in più, ma sarà anche una partita in cui far valere ancora di più le proprie doti.
In meno di una settimana l’Inter dovrà digerire tutte queste informazioni, dovrà rimescolarle e trovare anche nuove soluzioni. Ma tutto quello che si è visto stasera ha dimostrato che l’Inter non è scoppiata, l’Inter non è in difficoltà. L’Inter si è ritrovata, è “bastato” giocare in Champions!

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