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La fine di un ciclo e 3 basi per il futuro. Cosa racconta il successo della Juventus in Coppa Italia

La fine di un ciclo e 3 basi per il futuro. Cosa racconta il successo della Juventus in Coppa ItaliaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 20 maggio 2021, 08:20Il corsivo
di Simone Bernabei

Il ciclo in questione è quello di Gigi Buffon. Perché quella di ieri è stata l’ultima partita, stavola per davvero, del portiere più forte della storia con la maglia della Juventus. Lo voleva e l’ha ottenuto, Buffon, questo 22esimo trofeo bianconero. Una bacheca ricchissima, chiusa alla sua maniera. Sbarrando la strada ai tanti assalti atalantini. Chissà cosa avrà pensato, Gigi, in quei momenti. Chissà cosa avrà pensato quando ha preso e alzato al cielo la Coppa. O quando è stato acclamato dai tifosi (finalmente) del Mapei Stadium e abbracciato dai compagni. Il finale ideale, vien da dire, anche se in cuor suo spera ancora di poter esultare domenica, per un piazzamento Champions che ridarebbe colore ad una stagione nata sotto la stella sbagliata. Stavolta l’addio è definitivo, come ha confessato il diretto interessato. Ma a 43 anni forse è anche giusto così.

Mancherà alla Juventus, certo. Ma se ce n’era bisogno, il successo di ieri ha raccontato anche altro. Ha raccontato che Matthijs De Ligt, pur non avendo giocato la sua miglior prestazione in senso assoluto, ha tutto per essere la colonna portante del futuro. Anche del presente ovvio. Ma come disse un certo Guardiola ai tempi del suo arrivo in bianconero, “la Juventus ha sistemato la difesa per i prossimi 15 anni”. Vien da crederci se a dirlo è uno dei migliori tecnici del mondo. Vien da sottolinearlo di fronte a gare intrise di personalità come quella di ieri sera. Federico Chiesa è stato mvp del match, almeno secondo la Lega, e ha ribadito quel che era già chiaro da tempo: i 14 gol e gli 11 assist alla prima annata bianconera sono solo un assaggio di quel che l’ex Fiorentina può diventare. Di quanto trascinante potrà essere, soprattutto nelle partite che pesano. La rete di ieri, ma pure i gol Champions col Porto che hanno dato speranza alla Juve o la doppietta col Milan. Insomma, quando c’è bisogno lui c’è. E ci sarà. Come anche Dejan Kulusevski. Ovvero l’mvp di ieri, stavolta secondo chi scrive. Dribbling, fiammate offensive, assist e gol. Bellissimo, quello che ha aperto le danze. La continuità, dentro la partita e nell’arco della stagione, ancora non c’è. Ma con quei movimenti, con quel tocco, con quei gol, siamo già a buonissimo punto. Pirlo lo ha prima esaltato, poi messo un po’ da parte e, in questo finale di stagione, nuovamente tirato a lucido. Giocare con gente come CR7, Buffon e Chiellini aiuta, in questo senso. E l’ex di turno, appare evidente, sta imparando in fretta.

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