Jaap Stam, simbolo di un'epoca dove i grandi campioni della Premier venivano in Italia

Cos'è successo nell'intervallo fra Milan e Liverpool, nel 2005? È una domanda a cui Jaap Stam ha risposto sbugiardando quasi tutte le teorie balzane che si sono susseguite durante le stagioni. "Circolano storie da anni, tutte false. Ancelotti ci disse di tenere alta la guardia, ma subimmo 3 gol in 6 minuti e non ci riprendemmo più". È l'abisso di una carriera straordinaria, perché Stam dopo Zwolle, Cambuur e Willem II, trovando l'esplosione definitiva al PSV Eindhoven, con Vampeta e Zenden, Nilis e Waterreus. Molti giocatori diventano campioni di una certa levatura, proprio come Stam, che trova il Manchester United pronto a scommettere su di lui, per circa 30 miliardi, la cifra più alta pagata per un olandese ai tempi. Era il 1998.

Allo United vince il Treble, grazie alla straordinaria e violenta finale contro il Bayern Monaco, consolidandosi come uno dei migliori dell'epoca e del ruolo. "L’errore che non mi perdonerò mai? Lasciare andare via Jaap Stam. Non avrei mai dovuto venderlo", disse Alex Ferguson qualche anno dopo averlo ceduto alla Lazio per 48 miliardi. Erano i tempi di Cragnotti e in Italia arrivavano tutti i campioni. Rimane tre stagioni in biancoceleste, con qualche infortunio, per poi andare al Milan, scegliendo i rossoneri rispetto a Milan e Juventus.

Così è difficile capire qual è l'istantanea perfetta per ricordare Jaap Stam, gigantesco e roccioso difensore olandese di fine anni novanta, primi duemila. Probabilmente quella nel campionato italiano è contro l'Ancona di Pietro Parente, quando era alla Lazio. Le mani al collo del centrocampista che sembrava quasi pietrificato, a rischio strangolamento. Poi certo, ci sono i battibecchi vari con gli avversari, da Ibrahimovic a Zamorano, ma anche lo scontro con Jan Koller a Euro2000, con i punti di sutura rimessi per tornare in campo. Oggi Jaap Stam compie 51 anni.