Da un cigno all'altro, 39 anni dopo. In casa Fiorentina è il giorno di Edin Dzeko

In mattinata arriverà al Villa Stuart per le consuete visite mediche, mentre nel primo pomeriggio è atteso al Viola Park per la firma sul contratto. In casa Fiorentina è il giorno di Edin Dzeko. Il centravanti bosniaco, dopo due anni trascorsi in Turchia con la maglia del Fenerbahce, è pronto a tornare in Serie A, nel campionato che in passato lo ha visto diventare grande con i colori della Roma prima e dell’Inter poi. L’accordo tra le parti è stato raggiunto tre giorni fa, con Dzeko che si legherà ai viola per un anno con opzione sul secondo, andando a guadagnare 1,8 milioni a stagione. È conto alla rovescia, dunque, per l’inizio ufficiale della seconda avventura in Italia dell’attaccante che, finiti gli esami nella Capitale, si recherà a Firenze e metterà nero su bianco l’accordo stipulato con il club gigliato.
Un altro cigno a Firenze, 39 anni dopo
Strani incroci succedono nell’intricata matassa del calcio. Succede che il 21 marzo 1986 la Fiorentina mette le mani sul fuoriclasse Marco Van Basten. Il così detto ‘Cigno di Utrecht’. Un affare voluto dall’allora dg Claudio Nassi. Era tutto nero su bianco ma, come la storia ci insegna, tutto naufragò, con le conseguenze che conosciamo. Curioso pensare che tre giorni prima, più ad est, più precisamente in Bosnia-Erzegovina, una madre dava alla luce il piccolo Edin. In futuro sarà conosciuto ai più come ‘Cigno di Sarajevo’.
La missione è smentire gli scettici
Come istruisce la fiaba di Andersen, non è così facile la vita del cigno, sbeffeggiato per il suo aspetto. Non è quello che è accaduto a Dzeko, o meglio, a finire sotto accusa più che la bellezza è stata piuttosto la carta di identità ingiallita che, come dicevamo, recita 17 marzo 1986. Trentanove anni, in un calcio che vede un 2007 fare il bello ed il cattivo tempo a Barcellona o un 2005 stendere l'Inter con una doppietta e portare per la prima volta una Champions League a Parigi. La missione iniziale di Dzeko sarà proprio questa: far ricredere coloro che si dicono ancora scettici per il suo acquisto facendo, come sempre, parlare il campo per lui. Nel biennio trascorso all'ombra della Basilica di Santa Sofia, ad Istanbul, Dzeko ha raccolto 99 presenze (una sola partita saltata per infortunio in due anni) e messo a segno 46 reti. Numeri che certificano come il giocatore non sia venuto nella nuova realtà gigliata a fare da comprimario, ma che certamente vorrà guadagnarsi un posto nell'undici di Stefano Pioli. D'altra parte anche nel 2021, quando l'Inter lo acquistò dalla Roma, Dzeko doveva essere il back-up di Lukaku. Il risultato? 101 presenze nelle 109 partite che i nerazzurri giocarono in due anni, 18 presenze da titolare nelle 21 gare disputate in Champions, tra cui la finale contro il Manchester City.
