Gasperini si arrabbia per il mercato: l'Atalanta era prima e non si è rinforzata (anzi)

Cosa c'è dietro gli attacchi di Gian Piero Gasperini alla propria società nel corso delle ultime settimane? Perché da Barcellona in poi è stato un continuo battere su un tasto, quello del mercato. "Questa cosa è veramente imbarazzante, sembra che l'Atalanta debba fare dei regali. Io non ho bisogno, deve farlo per se stessa, per il presente e per il futuro, ho sempre cercato di migliorare le squadre, gli obiettivi. Cercare di migliorare la squadra è più importante di un centro sportivo nuovo, di un'Under23. Perché permette di arrivare agli obiettivi. Non dev'essere un regalo a me". E ancora. "Noi non compriamo, vendiamo".
Un concetto ripetuto poi anche dopo il Cagliari. "È chiaro che le caratteristiche degli attaccanti che oggi non avevamo non le puoi sostituire. Non possiamo scambiare i centrocampisti per attaccanti e con queste assenze abbiamo difficoltà davanti [...] Questa squadra ha sempre fatto molti gol, ma nelle ultime settimane si è trovata a giocare in attacco con molti centrocampisti e questo ha ridotto il nostro potenziale, ha ridotto quella che è sempre stata la nostra arma vincente. Pasalic, Samardzic, Cuadrado e Brescianini che si adattano sono straordinari, encomiabili, ma non sono attaccanti".
La realtà è che c'è la visione dell'allenatore e quella della società, nella figura di Luca Percassi, completamente divergente. Giusto o sbagliato che sia, questa differenza è netta e palpabile, anche nella scelta di alcuni giocatori fra l'estate e l'inverno, oppure nel non investire nonostante le tante plusvalenze e i 67 milioni (almeno, dipenderà dal market pool) ricavati dalla Champions quest'anno. D'altro canto un anno fa la politica è stata molto diversa: mancava un difensore ed è stato preso Hien a inizio mercato, ma quella era una squadra che si giocava l'ingresso in Champions. Questa, con lo Scudetto sul tavolo (era prima a fine 2024), non è stata rinforzata. Anzi.
