Gaudenzi ricorda Galeone: "Un poeta, profeta ovunque sia andato. Era più amato dei giocatori"
Gianluca Gaudenzi, perno del centrocampo del Pescara che vinse la Serie B nel 1986/87 e che raggiunse l'unica salvezza degli abruzzesi, nel 1987/88, ricorda Giovanni Galeone, scomparso all'età di 84 anni:
"È morta una persona per noi importante, un allenatore fondamentale per la carriera di tanti miei ex compagni di squadra. Ha fatto la storia a Pescara, compiendo un autentico miracolo. Ricordo nel 1986, la squadra fu ripesacata in Serie B e partimmo in ritiro in 12-13. Alla fine abbiamo vinto il campionato. E l'anno dopo ci siamo salvati, raccogliendo l'unica salvezza del Pescara. Bastino queste imprese per far capire la sua grandezza e quanto è stato importante per questa città. Era il nostro profeta".
Un allenatore che per l'epoca era decisamente avanti
"Allenatore innovativo, faceva un 4-3-3 non zemaniano perché le ali erano larghe. Amava questo tipo di impostazione. Un calcio che piaceva e che trascinava una città intera, ricordo 10mila pescaresi che ci seguivano nelle trasferte, qualcosa di folle che solo lui è stato in grado di fare. Eravamo una squadra amata ma lui era ancora più amato. E non solo a Pescara, ma in tutto l'Abruzzo".
Un tecnico che bucava lo schermo, mai banale
"Un uomo che si faceva amare. Un personaggio, un poeta. Ricordo certi allenamenti dove si presentava ancora con la sabbia nei piedi perché era appena uscito dalla spiaggia. Uomo di grandissima intelligenza".
Allenatori che al giorno d'oggi sono difficili da trovare
"Un calcio diverso, un mondo diverso".
Crede che avrebbe meritato una chance in una big?
"A volte non è necessario allenare una big per diventare dei profeti. Lui lo è diventato in tutte le piazze in cui ha allenato e lo ha fatto grazie all'amore per il calcio e per la vita".











