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L'ex magistrato Calabrò: "Vicenda Juve ha aspetti grotteschi, tempi e modi a piacimento"

L'ex magistrato Calabrò: "Vicenda Juve ha aspetti grotteschi, tempi e modi a piacimento"TUTTO mercato WEB
martedì 24 gennaio 2023, 11:38Serie A
di Dimitri Conti

All'interno dell'edizione odierna di Tuttosport c'è un articolo firmato dall'ex magistrato Piero Calabrò dal titolo "Non chiamiamola giustizia se non ha i principi del diritto". Calabrò sostiene come sia complicato accettare la sentenza della Corte d'Appello Federale per chi ha masticato la giustizia per anni. Una vicenda con "alcuni aspetti grotteschi", come un processo "di merito, celebrato sostanzialmente in grado unico e senza reale possibilità per le parti accusate di porre in essere una seria attività difensiva". In un contesto definito "kafkiano", Calabrò sottolinea il maggior realismo rispetto al re messo in atto dalla Corte d'Appello, che ha raddoppiato sanzioni richieste dalla Procura quando avrebbe anche potuto non attivare la riapertura. Un "funerale della giustizia" è stato celebrato, scrive l'ex magistrato.

"Pur avendo la possibilità di attendere il deposito degli atti da parte dei PM di Torino e quindi di avere un quadro completo, la Procura ha invece deferito la Juventus e altri club già dal 1° aprile 2022". E a quell'epoca, sottolinea, le intercettazioni già c'erano. "Una incredibile e surreale forma di 'giustizia rateale', che proprio il Giudice Sportivo avrebbe dovuto dichiarare inammissibile", dice Calabrò. E c'è di più, secondo lui: le intercettazioni nei processi ordinari, da sole, non bastano a costituire elemento di prova. Infine Calabrò evidenzia come l'appello alla violazione dell'articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva sui "principi di lealtà e correttezza" dia al giudicante un "potere di fatto incontrollabile". E non è solo la Juventus a subirne le conseguenze, scrive Calabrò, ma anche "persone che si vedono stroncare carriere costruite con anni di sacrifici". In conclusione: "A queste innegabili ingiustizie può e deve porre rimedio il Collegio di Garanzia del CONI (...) Ove ciò non potesse accadere, si legittimerebbe il potere della parte accusatrice di gestire a proprio piacimento tempi e modalità del processo sportivo".

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