24 agosto 1949, l'Old Trafford si riprendere il Manchester United dopo i bombardamenti

Entrare nel teatro dei sogni dev'essere stupendo, da calciatore. Chissà ritornarci dopo 8 anni in cui, praticamente, non c'è stata la possibilità di farlo. L'Old Trafford è la casa del Manchester United dal 1910, eppure per un lasso di tempo relativamente lungo i Red Devils sono stati esiliati dalle proprie stanze. Perché nel 1941, più precisamente l'11 marzo, Manchester viene bombardata, così come il quartiere di Trafford, dove sorge lo straordinario impianto che fu di Sir Alex Ferguson, Matt Busby, George Best e Cristiano Ronaldo. Per questo al termine della guerra, cioè nel 1945, i giocatori del Manchester United sono costretti a traslocare per le proprie partite casalinghe.
E dove giocano? Nell'odioso - per loro - Maine Road, l'ex casa del Manchester City. Impossibile pensare a una cosa del genere ai giorni nostri, dove la Premier ha gli stadi più avveniristici e belli di tutti, vera e propria macchina fatturato per i club. E lo fanno fino al 24 agosto del 1949, la seconda di campionato del Manchester United. Come avversario c'è il Bolton Wanderers, che viene battuto agilmente per 3-0 con le reti di Mitten, Rowley e un autogol, davanti a 41,748 spettatori. Inezie rispetto all'impianto attuale che ne può ospitare 75 mila ed è praticamente sempre pieno.
Da lì in poi lo United vive un grande periodo, perché se l'anno prima avevano vinto la FA Cup, i Busby Babes riescono ad arrivare per cinque volte nella top four. Curiosità: l'Old Trafford poteva ospitare 80 mila spettatori nel 1910, nel 1957 vennero aggiunti i riflettori per le partite in notturna, mentre il tetto per le tribune fu completato due anni dopo, nel 1959. Nel 1985 invece la capienza fu allargata a 56,385, mentre nel 1992 - con le tribune completamente sedute - venne ridotta la capienza a 44 mila, il punto più basso nella storia. Nel 1996, con gli Europei, arrivò a 58 mila, nel 2000 a 68 e nel 2006 a 76 mila, appunto, la sua capacità attuale.
