Helveg: "Danimarca come nel '92? Ora è più difficile. Kjaer un leader grazie al Milan"

La Danimarca è tra le migliori 8 d'Europa. Contro la Repubblica Ceca si gioca il passaggio alle semifinali, che mancano dal 1992, storico anno che ha consacrato gli scandinavi addirittura campioni d'Europa. Ai microfoni di Tuttomercatoweb la vecchia conoscenza del calcio italiano e oggi vice-allenatore dell'Under 19 danese, Thomas Helveg, ci dice la sua:
Thomas Helveg, si sarebbe aspettato di vedere ancora in corsa la Danimarca?
"Io penso che la nostra nazionale giochi una serie di partite di un certo livello da un po' di tempo, iniziando dal periodo in cui il ct era Age Hareide, che ha fatto una serie lunghissima di partite senza sconfitte. Ora c'è Kasper Hjulmand, che è ritenuto da molti un professore del calcio: è un tecnico esperto, ben preparato, non lascia nulla al caso. Ha cambiato poco il sistema di gioco e a causa del Covid-19 ha avuto poco tempo per plasmare la squadra, dovendo di fatto raccogliere ciò che era stato seminato dal predecessore e solo successivamente, pian piano, ha fatto i cambiamenti. E ora devo dire che si vede la sua impronta di gioco. Detto questo penso che la squadra sia maturata e l'abbia fatto in poco tempo: e quando le cose iniziano a girare ci vuole pochissimo per diventare più forte, aumenta la fiducia. Ed è quel che sta succedendo con la Nazionale".
Giocare a Copenaghen è stata un'ulteriore spinta
"Abbiamo avuto l'onore di avere un pezzo di Europeo on Danimarca. Sicuramente è un vantaggio, ma credo che il legame con i tifosi sia cresciuto soprattutto dopo quel che il Covid ci ha tolto. Si vede un tifo davvero importante".
Anche quanto successo a Eriksen ha indubbiamente compattato ancora di più il Paese
"Anche se non mi piace tornare sull'argomento è evidente che quel che è successo, e ringraziando Dio è finita bene, abbia legato ancor di più la gente comune alla Nazionale e c'è stata una risposta davvero incredibile. Ho visto le prime 2 partite, ho visto un gruppo che ha avuto delle difficoltà ma è riuscito ad avere una reazione importante, specie con la Russia: lì c'è stata la scossa e la squadra ha avuto la possibilità, giocando in casa, di ripagare la gente. Ora si gioca a Baku ed essendo lontano, i ragazzi hanno chiamato 50 tifosi comuni dalla Danimarca, invitandoli a spese loro, per ripagare in qualche modo l'amore ricevuto. E questo è un segnale incredibile, mai vista una cosa del genere. C'è tanto amore per questa squadra e il gruppo allo stesso tempo vuole restituirlo e questo si vede anche in campo".
I paragoni col 1992 si sprecano
"La differenza è che negli Europei del 1992 non c'erano tante squadre (appena 8 alla fase finale, ndr) e la strada era molto più corta rispetto a oggi, per cui sicuramente furono bravissimi ma anche un po' fortunati. Con un format come quello attuale la fortuna non può fare la differenza sempre, devi avere un certo livello per arrivarci. Se loro riescono ad arrivarci vuole dire che la qualità ha avuto un bel po' da dire e questo vale per tutte le squadre".
Il capitano Kjaer è un po' il simbolo di questa Nazionale. Anche al Milan è stato uno degli attori principali del ritorno in Champions League
"Non posso che portare grande rispetto nei suoi confronti, perché anni fa non era una colonna importante come oggi. Aveva delle difficoltà durante delle partite però io credo che il suo periodo al Milan gli abbia dato fiducia e soprattutto calma. Non è solo capitano, ma leader è diventato un leader ed è uno che non trema. Ripeto, grande rispetto per lui".
Chi è già presente ed è destinato ad essere colonna futura della Danimarca è Damsgaard
"Damsgaard pronto per la maturazione?
"Mi piace tantissimo. Fisicamente sembra uno che non abbia nel contatto fisico il suo punto forte, però con i piedi è molto bravo e anche furbo, si mette sempre in posizioni buone e riesce a fare la differenza. Però è ancora giovane, deve crescere. In questa avventura con la Nazionale sta guadagnando esperienza e si sta costruendo il futuro".
È pronto per il salto di qualità?
"Può darsi, se non ora sicuramente fra qualche anno. Non è comunque l'unico interessante".
Da vice allenatore dell'Under 19 di giovani se ne intende senza dubbio. Come stanno crescendo le nuove leve?
"Gli anni che vengono adesso sono molto positivi, abbiamo un gruppo di giocatori dall'Under 17 fino all'Under 21 che militano già nelle squadre più importanti in patria. Non tutti possono esplodere come Damsgaard ma sicuramente c'è un gruppo che lo farà. Poi le variabili sono tante ed è difficile prevedere il futuro: dipende dalle squadre in cui giocano, dagli allenatori che trovano, infortuni. Ma di sicuro il talento non manca".
