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Carlo Nesti: "È una Signora... robusta: volume + Yildiz""

Carlo Nesti: "È una Signora... robusta: volume + Yildiz""TUTTO mercato WEB
Oggi alle 10:05La scheda di Carlo Nesti
di Carlo Nesti

Questo è il diario delle mie opinioni, cronologicamente, in ordine inverso.

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25-8-2025
Carlo Nesti: "È una Signora... robusta: volume + Yildiz"

Signora... robusta, dai connotati significativi, e con una sola stella, che, tuttavia, brilla per 2. Provo ad analizzare, in 6 punti, la vittoria della Juve.

1 - Successo meritatissimo, alla luce del volume di gioco, e cioè 25 tiri, dei quali 8 nello specchio della porta, 2 gol, 1 palo, e il 65% di possesso palla. La squadra ha capito, nel secondo tempo, l'importanza del tiro da fuori area, contro avversari chiusi. Una carta che spesso, rispetto al passato, viene dimenticata dalle formazioni italiane.

2 - David è stato decisivo, e si candida ad essere uno di quegli attaccanti, che scompaiono per 89 minuti, ma che vanno in gol, nel momento della verità (do you remember Trezeguet?). D'altro canto, nel Lille, ha segnato 26, 26 e 25 reti nelle ultime stagioni, e non sono assolutamente pochi.

3 - I trascinatori della squadra sono stati i 2 trequartisti: Yildiz e Conceicao. Yildiz, dopo un primo tempo difficile, ha firmato 2 assist, e soltanto, se sei un campione, riesci a reagire, in quel modo, alle avversità. Conceicao, invece, appare ormai assuefatto, e convinto, al ruolo di trequartista interno, perché nei momenti difficili, attraversati nel primo tempo da Yildiz, è stato lui ad accendere la fiammella dell'inventiva.

4 - Bremer è tornato a giocare in Serie A, dopo qualcosa come 10 mesi, e si è capito subito come la musica sia cambiata, nelle retrovie, con un pilastro di questa efficienza. Alle sue spalle, anche Di Gregorio ha dimostrato di essere, estremamente, affidabile.

5 - Tudor, nel primo tempo, può aver dato l'impressione di essere troppo prudente, con Kalulu sulla destra, a tutta fascia. In realtà, io credo che abbia valutato la potenziale pericolosità dell'esterno sinistro del Parma, Valeri, in realtà, apparso sotto tono. Nella ripresa, opportunamente, l'allenatore ha capito che l'inerzia della gara gli consentiva l'impiego di João Mario, sicuramente più adatto a far salire la squadra.

6 - Che ne sarà di Vlahovic? Questa volta me lo chiedo, con il sorriso sulle labbra. Perché? Perché in precampionato, e in questa giornata d'avvio del torneo, ha confermato di essere un cannoniere, in grado di segnare con regolarità. Ed è quello che gli viene chiesto. Non, certamente, la giocata raffinata. Si dà il caso che di offerte per lui, in questo momento, non ce ne siano. Ha rifiutato gli arabi, non si è abbassato lo stipendio, in modo da incoraggiare le squadre inglesi, e il Milan, che ha rinunciato a Boniface, è orientato su Harder dello Sporting Lisbona. Non mi stupirei proprio, se il serbo rimanesse nella Juventus, con la necessità, ovviamente, di ricucire il suo rapporto con i tifosi.

Chiudo, dicendo che non vorrei essere nei panni di Comolli, nella volata finale del mercato. Questo perché, se da una parte esiste una formazione- tipo collaudata, dall'altra mancano quasi totalmente i rincalzi, indispensabili, con l'allargamento della rosa, per giocare su più fronti.

22-8-2025
Carlo Nesti: "Sognando il campionato, con le figurine Panini e "Tutto il calcio"

Anche adesso, se provo a guardare indietro, vedo le mie dita di bambino accarezzare quelle favolose pagine fruscianti, che la colla riesce a far lievitare come una bizzarra fisarmonica.
 
1961-62, raccolta di figurine Panini: espressioni stralunate stampate sulla carta spessa, improbabili tinte a verniciare le maglie, zigomi di trentenni che sembrano cinquantenni di oggi.
 
E' il mio approccio visivo con il calcio, il più antico ricordo consapevole di una passione travolgente, destinata a sfidare l'usura del tempo, e a resistere alle burrasche.
 
L'udito, invece, si accosta allo sport grazie a un altro genere di intermediario, e trova nella sontuosa radio-armadio del salotto la sua tentazione irresistibile.
 
10 gennaio 1960, data di nascita di "Tutto il calcio minuto per minuto": le voci di Carosio, e poi Martellini, e poi Ameri, e poi Ciotti hanno sostituito il suono di ninne-nanna e carillon.
 
Finito il rito di "Carosello", noi bambini di allora andiamo tutti a letto, pronti ad allearci con l’immaginazione, se una partita in tivù è troppo tardi per essere seguita con i genitori.
 
Già a 7 anni, decifrando i boati della folla filtrati attraverso le pareti della mia stanza, ricostruisco la sequenza di gol di Benfica-Real Madrid, finale di Coppa dei Campioni: 5-3.
 
La sintesi fra i 2 grandi amori che sbocciano, il calcio e l'informazione, arriva sotto forma di registratore a bobine, uno dei mitici "Geloso" regalatomi  forse a Natale.
 
Mi chiudo in bagno, impugno il microfono, e incido radiocronache di incontri virtuali, come i 45 minuti di fila di un avvincente Milan-Modena, che in realtà non si è mai giocato.
 
D'estate, invece, aspetto le gare di biglie degli amici sulla spiaggia di Alassio, e comincio a parlare senza soste, seguendo Merckx e Gimondi, Adorni e Motta sulle nostre Dolomiti di sabbia.
 
Inoltre ricorro alle radiotrasmittenti, mi piazzo davanti al televisore, in  occasione di avvenimenti agonistici importanti, e fornisco ai coetanei un commento alternativo.
 
La domenica, allo Stadio Comunale della mia città, il babbo mi porta a vedere la Juventus, e lo zio il Torino, alimentando una febbre per lo sport più forte delle ragioni del tifo.
 
In famiglia, sino a quel momento, nessuno ha fatto il cronista, ma mio padre commercia macchine da scrivere: evidentemente è proprio destino, prima o dopo, che io le debba usare.

20-8-2025
Carlo Nesti: "Il mio termometro del mercato: Lukaku movimenta la volata"

I "più" e i "meno" del mercato, con le squadre in ordine alfabetico, per capire cosa va, e cosa non va. Lo stile è volutamente stringato, per rispettare i tempi ridotti di lettura del Web.

ATALANTA +
L'entrata garantita da Retegui: comprato per 21 milioni, venduto per 68 milioni. Altra maxi-plusvalenza, dopo Romero, Hojlund e Koopmeiners. Esistono le risorse, per puntare su Krstovic, come alternativa di Scamacca.

ATALANTA -
Lookman, con il folle azzeramento dell'Atalanta nel suo profilo Web, se dovesse rimanere, avrebbe Bergamo contro: ingrato. Senza Gasperini, con tutto il rispetto per Iuric, non si parte più da tante certezze, sul piano del gioco: è una scommessa per rimanere in alto.

BOLOGNA +
Italiano, giochista eccellente, ha scelto di rimanere, dove può ulteriormente perfezionare un progetto, dal quale è già scaturita una Coppa Italia. Ha perso Ndoye ma può contare su 8 candidati, per 3 ruoli di esterni-trequartisti, a partire da Orsolini (permanenza essenziale), Bernardeschi, Bowe, e Zortea, appena arrivati.

BOLOGNA -
Sartori ha messo insieme, nella sua carriera, 500 milioni di plusvalenze, ma Immobile serve, avendo già Castro e Dallinga?

FIORENTINA +
I pezzi pregiati, Comuzzo, Dodo e Kean, per il momento, non sono stati ceduti. Fondamentale anche l'apporto di De Gea e Gonsens, uomini-simbolo. Kean ha preferito Firenze all'Arabia: viva la qualità della vita!

FIORENTINA -
Occorre valutare l'integrità fisica del quarantenne Dzeko. Si parte dal peso di 24 anni senza un trofeo, solo sfiorato in Europa. Pioli (importante ritorno) sta motivando la squadra, in tal senso.

INTER +
Anche senza Lookman, la rosa offensiva resta ottima, con Lautaro, Thuram, Bonny ed Esposito.

INTER -
Si è atteso troppo tempo, inseguendo prima Leoni, e poi Lookman. Resta in piedi il problema dello svecchiamento della difesa. Peccato non avere pensato a Coppola, per circa 10 milioni.

JUVENTUS +
La squadra titolare c'è, con 9 giocatori dell'anno scorso, più 2 nuovi acquisti. David, mai sceso sotto i 25 gol, negli ultimi 3 anni, a parametro zero, appare un buon affare. In arrivo Molina, O'Riley e Zegrova.

JUVENTUS -
La rosa, dietro la squadra titolare, è ancora insufficiente. Troppo estenuante la ricerca di Kolo Muani. La necessità di vendere Douglas Luiz e Gonzalez ha superato l'esigenza di cedere Vlahovic.

LAZIO +
Sarri, anche senza potere muoversi sul mercato, ha una rosa tutt'altro che scarsa, da plasmare con il suo gioco assai propositivo.

LAZIO -
A centrocampo, Dele Bashiru non è ancora all'altezza di Guendouzi e Rovella. Ci saranno giocatori molto validi, come Tavares, costretti a cambiare posizione. Da esterno a tutta fascia, a difensore laterale, nel 4-3-3.

MILAN +
Mercato rivoluzionario, con 7 acquisti e 15 cessioni, per ovviare agli sprechi della scorsa stagione. Nonostante questo, il potenziale tecnico è di primordine. Leao centravanti è una piacevole sorpresa.

MILAN -
La qualità non deve compromettere, come nella scorsa stagione, l'equilibrio. È improbabile che possano giocare insieme i play maker Ricci e Modric, per cui diventa preziosa la diga-Fofana. Peccato non vedere subito Leao, infortunato, come centravanti.

NAPOLI +
La squadra era forte, ed ora appare ancora più forte, in vista della Champions League, con Beukema, Gutierrez, De Bruyne (grande affare, a parametro zero), Lang e Lucca.

NAPOLI -
Con il senno di poi... ma anche con il senno di prima, era eccessivo privarsi sia di Raspadori, sia di Simeone. Il grave infortunio di Lukaku ha reso ancora più evidente questo possibile errore.

ROMA +
Gasperini può inaugurare un ciclo, con la protezione di Ranieri, ma il popolo giallorosso deve avere pazienza, in caso di scivoloni iniziali. Negli anni 80, i padri degli attuali sostenitori seppero attendere i progressi dell'inedito calcio a zona di Liedholm.

ROMA -
I limiti del fair play economico impediscono affari d'oro, dopo avere speso, sovente male, circa 1 miliardo di Euro in appena 5 anni. In ogni caso, oltre a Wesley, dovrebbero arrivare gli esterni, indispensabili nel gioco di Gasperini.

TORINO +
Decisamente meglio il 4-3-3, rispetto al 4-2-3-1. L'attacco con Ngonge, Simeone (o Zapata, o Adams), e Vlasic, spostato a sinistra, apre discrete prospettive.

TORINO -
La logica di Cairo è sempre la stessa: realizzare molto, in uscita, e spendere poco, in entrata. Lo slogan, quindi, rimane: bi-ilancio sì, ri-lancio no. In questo momento, non si possono ipotecare miglioramenti, rispetto al centroclassifica.

16-8-2025
Carlo Nesti: "Juve: il segnale lanciato da una invasione di campo"

Il tifo, si sa, è la "fede laica" del paese. Fa piacere vedere, che almeno una parte dei sostenitori bianconeri (gli abbonamenti sono ancora pochi...) reagisce così, ad un momento difficile. Quando si pensa a 900 milioni di Euro, dopo 9 scudetti, polverizzati in 5 anni, è normale cominciare a stilare l'elenco di errori, ed orrori. Ma non serve a nulla piangere sul latte versato. Occorre concentrarsi sul presente. Intendo dire 11 giocatori competitivi, se non altro in campo nazionale, ma con alle spalle una rosa tutta da inventare, ad appena 10 giorni dall'inizio del campionato. Qualcosa come 12 elementi cedibili, dopo averne venduti solo 3, con un passivo, gravato dai riscatti, di oltre -50 milioni. Un'attesa per Kolo Muani troppo lunga, finalmente a lieto fine, al punto da rendere immobili su altri fronti. E casi di assoluto disadattamento mentale, prima ancora che tecnico, come Vlahovic e Douglas Luiz, curiosamente, proprio gli uomini-gol di ieri. Francamente, non ricordo tanti nodi da sciogliere, in 50 anni, a pochi giorni dal via. In bocca al lupo a Comolli, e ai suoi collaboratori!

11-8-2025
Carlo Nesti: "Perché gli imprenditori piemontesi non comprano il Toro di Cairo?"

Ferrero, Lavazza, De Agostini, Balocco, Zegna, Inalpi, Miroglio, Boglione, e altri. Quante volte i tifosi granata hanno sognato, che un grande imprenditore piemontese acquistasse il Toro! E, visto che non è avvenuto, perché non è avvenuto?
 
Il timore di mettersi in concorrenza con la Famiglia Agnelli (Fiat, o Stellantis = Juventus) è stata una ragione plausibile, fino a qualche decennio fa. Ma ora John Elkann non ha tempo neppure per la Juve... figurarsi per il Toro... Il motivo, casomai, è anche caratteriale.
 
Prendete l'imprenditore-medio lombardo. È molto meno ricco di quello piemontese, ma ha un culto della propria immagine nettamente superiore. Volgarmente: spende e spande. Non ha paura di esporsi, e rischiare. Urbano Cairo, allevato da Berlusconi, è un potenziale "lombardo".
 
L'imprenditore-medio piemontese, al contrario, e penso a quante risorse ci sarebbero nel Cuneese, non ha il culto della propria immagine, è parsimonioso, si nasconde, e non rischia.
 
Giovanni Ferrero è l'uomo più ricco d'Italia, con un patrimonio di 43,8 miliardi di Euro. Non correrebbe mai il pericolo, acquistando il Toro, di inimicarsi i tifosi/clienti di altre squadre. Molto meglio sponsorizzare i singoli campioni di altri sport, per i quali tifiamo tutti.
 
L'ultima generazione, in particolare, non ha la passione calcistica delle generazioni precedenti. Esistono attrazioni differenti, dalle applicazioni tecnologiche, alle discipline olimpiche. Di conseguenza, i tifosi “subiscono” la dimensione-Cairo.
 
Io ritengo, che debba esistere un compromesso fra il realismo economico, e la storia sportiva di un club. Non è romanticismo pretendere, che il calcio sia, comunque, qualcosa di diverso dalla mera gestione di un'azienda. E sapete perché?
 
Perché il tifoso non sarà mai, completamente, "cliente", come lo sport business imporrebbe. Il tifoso sarà sempre, in una rilevante percentuale, espressione passionale della storia di un club.
 
Se quel club, anche tanti/troppi anni fa, è stato glorioso, recitando un ruolo importante nella leggenda del pallone, il tifoso pretenderà, ad esempio, che un bilancio non valga più di un piazzamento favorevole in classifica. Così come, altrove, non sarà mai possibile convincere il sostenitore, che un centro commerciale vale quanto uno scudetto.
 
Se verrà meno, anno dopo anno, questo rapporto sentimentale fra tifoseria e dirigenza, fatalmente, la gente si allontanerà dalla squadra. Da una parte, sarà continuativa la contestazione, e, dall'altra, il sostenitore cesserà di essere "cliente", in termini di presenze allo stadio, e, soprattutto, davanti alla televisione.
 
Ecco, perché si deve fare molta attenzione, nel volere trasformare il calcio in un prodotto, perché a volte può funzionare, e a volte no, qualora il tifoso si sentisse tradito. È il grave pericolo, che corre, da anni, il Toro di Cairo, sul filo del rasoio.

7-8-2025
Carlo Nesti: "Il mio termometro del mercato: Napoli davanti a tutti"

I "più" e i "meno" del mercato, con le squadre in ordine alfabetico, per capire cosa va, e cosa non va. Lo stile è volutamente stringato, per rispettare i tempi ridotti di lettura del Web.

ATALANTA +
L'entrata garantita da Retegui: comprato per 21 milioni, venduto per 68 milioni. Altra maxi-plusvalenza, dopo Romero, Hojlund e Koopmeiners.

ATALANTA -
Senza Gasperini, con tutto il rispetto per Iuric, non si parte più da tante certezze, sul piano del gioco: è una scommessa per rimanere in alto.

BOLOGNA +
Italiano, giochista eccellente, ha scelto di rimanere, dove può ulteriormente perfezionare un progetto, dal quale è già scaturita una Coppa Italia.

BOLOGNA -
Sartori ha messo insieme, nella sua carriera, 500 milioni di plusvalenze, ma Bernardeschi e Immobile sono ancora utili, come titolari?

FIORENTINA +
I pezzi pregiati, Comuzzo, Dodo e Kean, per il momento, non sono stati ceduti. Kean ha preferito Firenze all'Arabia: viva la qualità della vita!

FIORENTINA -
Si parte dal peso di 24 anni senza un trofeo, solo sfiorato in Europa. Pioli (importante ritorno) sta motivando la squadra, in tal senso.

INTER +
Se dovesse arrivare Lookman, talento imprevedibile, la rosa offensiva sarebbe da urlo: Lautaro, Thuram, Lookman, Bonny ed Esposito.

INTER -
La difesa, non essendo arrivato Leoni, presenta ancora Acerbi (37 anni) e De Vrij (33 anni). Sono utili, ma non eterni: urge svecchiare.

JUVENTUS +
David, mai sceso sotto i 25 gol, negli ultimi 3 anni, a parametro zero, appare un buon affare, sia sul piano tecnico, sia sul piano economico.

JUVENTUS -
Vlahovic è il "blocca-sterzo" del "volante" Comolli. Nove titolari su 11, in ogni caso, sono quelli della scorsa stagione, si spera senza infortuni.

LAZIO +
Sarri, anche senza potere muoversi sul mercato, ha una rosa tutt'altro che scarsa, da plasmare con il suo gioco assai propositivo.

LAZIO -
Ci saranno giocatori molto validi, come Tavares, costretti a cambiare posizione. Da esterno a tutta fascia, a difensore laterale, nel 4-3-3.

MILAN +
La ricchezza tecnica del centrocampo, con Modric, Ricci e Jashari. La sintonia con Allegri potrebbe rivitalizzare Leao, donandogli continuità.

MILAN -
La difesa non è una sicurezza assoluta, con Tomori, Pavlovic e Gabbia, come non lo è l'attacco, per adesso, con il solo Gimenez.

NAPOLI +
La squadra era forte, ed ora appare ancora più forte, in vista della Champions League, con Beukema, De Bruyne, Lang e Lucca.

NAPOLI -
Raspadori potrebbe andare all'Atletico Madrid, ma io non lo cederei: è l'unico attaccante, che mi ricorda sempre Pablito Rossi.

ROMA +
Gasperini può inaugurare un ciclo, con la protezione di Ranieri, ma il popolo giallorosso deve avere pazienza, in caso di scivoloni iniziali.

ROMA -
I limiti del fair play economico impediscono affari d'oro, dopo avere speso, sovente male, circa 1 miliardo di Euro in appens 5 anni.

TORINO +
Se arriva Simeone, si forma un'ottima rosa di attaccanti, a disposizione di Baroni, con l'argentino, il leader Zapata, e Adams.

TORINO -
La logica di Cairo è sempre la stessa: realizzare molto, in uscita, e spendere poco, in entrata. Lo slogan, quindi, rimane: bi-ilancio sì, ri-lancio no.

4-8-2025
Carlo Nesti: "Il manuale di sopravvivenza del tifoso bianconero"

Ho voluto preparare un "pro memoria" sugli aspetti principali, che occorre ricordare, a proposito del mercato della Juventus. Sono fattori già ben noti, ma, a volte, mescolati insieme, tanto da non riuscire più a capire, se nasce prima l'"uovo" o la "gallina". Chiamiamolo "manuale di sopravvivenza del tifoso bianconero", in questa estate così complicata.

L'ANALISI

Exor è una holding controllata dalle famiglie Agnelli-Elkann, proprietarie del 65 per 100 della Juventus. La società bianconera pesa, nel portafoglio, per appena il 3,4%, e cioè, apparentemente, poco. Inoltre, il brand Juventus resta un affare, con 250 milioni di simpatizzanti/clienti nel mondo (cifre da Google). In questo senso, il brand stesso dovrebbe pesare almeno quanto il brand Ferrari, ed essere rivalorizzato.

Però, John Elkann non è appassionato di calcio, nella misura in cui lo era il nonno, e, prima o dopo, deve rispondere al vari rami della famiglia, e ai soci. Oltretutto, è difficile dar torto a chi ti ha finanziato, dal 2021, per 900 milioni di Euro. Certo: si può obiettare che questi soldi sono finiti, nel dopo-Marotta, nelle mani sbagliate, proprio per colpa di chi ha scelto le persone, ma non si può tornare indietro.

Un anno fa, con Giuntoli, i capitali c'erano, ma sappiamo come è andata: 200 milioni in acquisti, dei quali sono salvabili solo Di Gregorio e Thuram. Adesso, invece, i “rubinetti” di Exor sono stati chiusi, e la Juve è in autogestione: prima vendere, e poi comprare. Capitò anche con Moggi, Giraudo e Bettega, vedi il caso della cessione di Zidane, per comprare Buffon, Thuram e Nedved. Tuttavia, esistevano ben altre competenze, ben altro potere, ben altri giocatori, e meno concorrenza estera (vedi Inghilterra e Arabia Saudita).

Siccome, a circa 20 giorni dall'inizio del campionato, su una decina giocatori da vendere, ne sono stati ceduti appena 3, è ovvio delineare uno scenario non esaltante. Una legittima speranza è legata al fatto di non ripetere le 250 giornate di assenza, accumulate dagli infortunati. Così, almeno, si potrà capire quanto valgono, sul serio, certi elementi, pagati a peso d'oro, perché è certo che fattori psico-fisici hanno pesato sull'intera annata.

Attualmente, nella formazione-tipo, appaiono ben 9 elementi della scorsa stagione, e sarebbe importante, da parte di Tudor, una maggiore variabilità di moduli tattici. Si può immaginare questo 3-4-2-1: Di Gregorio - Gatti, Bremer, Kalulu - Joao Mario, Locatelli, Thuram, Cambiaso - Conceicao, Yildiz - David. È una squadra, che può essere competitiva, a livello di primi 4 posti, in campo nazionale, perché, bene o male, lo è stata nello scorso campionato, in condizioni di assoluta emergenza. Molto più difficile, invece, sarà emergere, in chiave europea.

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