Giorgios Karagounis, campione d'Europa con la Grecia. E bidone all'Inter di Cuper e Mancini

Che estate, quella del 2004. Il Milan aveva appena vinto il diciassettesimo titolo con Andriy Shevchenko come migliore marcatore stagionale con 24 reti. Il calcio si aspettava la consacrazione definitiva di Cristiano Ronaldo, finalista con il suo Portogallo nell'Europeo di casa. Alle volte la storia decide di scherzare con il destino, regalando a chi è più sopravvalutato una gioia immensa. E la Grecia di Otto Rehhagel non era certo una delle possibili candidate alla vittoria di Euro2004. L'Italia usciva per il dannato biscotto fra Danimarca e Svezia, con una rosa davvero fortissima che, però, segnò la fine da commissario tecnico di Trapattoni.

In mezzo al campo, per la Grecia, c'erano due condottieri che sembrava spediti lì direttamente da Atene e Sparta. Theodoros Zagorakis, che poi andrà a giocare una stagione abbastanza anonima al Bologna, ma anche Giorgious Karagounis, che il nostro campionato lo conosceva già perché di proprietà dell'Inter. 139 presenze e 10 gol nel suo cammino con la Nazionale ellenica, in nerazzurro non ha certo dato dimostrazione di essere troppo all'altezza. Era forse uno dei campionati più competitivi, visto che il Milan finì tre volte su cinque in finale, mentre nel 2003 si giocava l'ultimo atto con uno scontro fratricida con la Juventus. Ma Karagounis, in due stagioni, riuscì solamente a raccattare 36 presenze, con 0 gol. Prima di lasciare l'Italia per il Benfica e un nuovo capitolo della propria carriera.

Oggi Karagounis compie 46 anni e dopo avere giocato con Panathinaikos, Inter, Benfica e Fulham, ha detto addio al calcio giocato nel 2014. È stato assistente di Claudio Ranieri nella sua esperienza con la nazionale greca (non proprio edificante, tutt'altro). È stato anche ambasciatore della UEFA per l'Europeo del 2020.