1000+1. Dimenticare i primi, ripartire da oggi. Il progetto Milan ha ancora speranze?

Ieri mille, oggi mille più uno. Il 31 agosto 2022 Gerry Cardinale diventava ufficialmente azionista di maggioranza del Milan tramite RedBird: sono passati 1001 giorni. E dai 1000 di ieri si deve ripartire: vanno in qualche modo cancellati. Si faccia finta che questo sia il giorno uno. D'altronde, gran parte di ciò che è stato fatto in questi tre anni è stato un fallimento. Tutte le promesse sono state ampiamente disattese, innanzitutto - a mio modesto parere - per la poca umiltà con cui ci si è approcciati al calcio (italiano in primis), testimoniata da dichiarazioni, slogan, progetti millantati e dalle figure (nessuna, prima di Tare, era nel proprio ruolo) a cui si è scelto di affidarsi.
Escalation
Eppure, Cardinale si era presentato con queste parole: "La nostra visione per il Milan è chiara: supporteremo i nostri talentuosi giocatori, allenatori e staff nel loro impegno a raggiungere il successo in campo e per consentire ai nostri tifosi di condividere le straordinarie esperienze di questo Club storico. Faremo in modo di sfruttare la nostra rete globale di sport e media, la nostra esperienza nella raccolta e analisi dei dati, il nostro track record nello sviluppo di stadi sportivi e ospitalità per raggiungere un obiettivo: mantenere il Milan al vertice del calcio europeo e mondiale". Non è successo. Anzi: dallo Scudetto del 2022 è stato sempre un escalation in negativo fino all'ultima disastrosa stagione
Giorno uno
La speranza a cui aggrapparsi per i milanisti è che la dirigenza abbia capito di aver fallito. E non solo a parole. La contestazione di sabato è stata recepita e sanno perfettamente di essersela "meritata". Ma servono i fatti: fare autocritica con le labbra è inutile, serve dimostrare. Tare è un primo passo, l'allenatore sarà il secondo, cessioni (capiremo cosa succederà con Reijnders) e rinnovi il terzo e così via. Il giorno uno è appena iniziato.

