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Biasin su Linterista.it: "Il Porto, Inzaghi, il Benfica, i brividi e l’inaccettabile accanimento"

Biasin su Linterista.it: "Il Porto, Inzaghi, il Benfica, i brividi e l’inaccettabile accanimento"TUTTO mercato WEB
sabato 18 marzo 2023, 07:25Serie A
di Redazione TMW
fonte Fabrizio Biasin per LINTERISTA.IT

Eh, diciamolo, c’è di che emozionarsi. E ovviamente pensiamo alla Champions League. Se l’Inter avesse pescato City, Bayern o Real Madrid saremmo qui a raccontare di due bellissime partite in arrivo, ma anche di pochissime possibilità di passare il turno. Ma invece ci è toccato il Benfica, che è una signora squadra e gioca un gran calcio – 21 vittorie su 24 partite in campionato e una sola sconfitta -, ma a conti fatti ci lascia la possibilità di sognare una semifinale nella coppa più importante che c’è. Ecco, il sol pensiero fa venire un brividino di quelli che mancano da un’eternità.
È stata brava l’Inter a guadagnarsi questa possibilità, perché è vero che la Dea Bandata (leggi “culo”) ci ha messo del suo, ma per arrivare a Nyon i nerazzurri hanno dovuto superare il fastidiosissimo Porto di Conceicao (oltre che il Barcellona). A qualcuno (a molti) questa partita non è piaciuta e sono piovute le consuete critiche addosso a Simone Inzaghi. Sapete che c’è? Si sta andando decisamente oltre: oltre il buonsenso, la logica, a tratti anche oltre la buona educazione.
Il massacro mediatico che è toccato all’allenatore dell’Inter sarebbe esagerato anche con la Beneamata in zona salvezza e fuori da ogni competizione, figuriamoci in questo momento. La sua squadra è in corsa ovunque, al punto che ad aprile scenderà in campo più di ogni altra. In campionato ha rimediato sconfitte oltre il consentito, è vero, ma è anche vero che – Napoli a parte, i prossimi campioni d’Italia sono su Plutone – solo la Juve ha fatto “virtualmente” meglio, quella stessa Juve che arriva domani sera a San Siro.

Simone Inzaghi non è perfetto, neanche un po’, ma non è neppure l’impresentabile che qualcuno vuol far credere. Deve certamente migliorare nella gestione dei 90 minuti, deve trovare alternative al suo 3-5-2 quando le partite non vanno per il verso giusto, deve crescere anche a livello di comunicazione, non proprio un dettaglio. Ma poi c’è anche tutto il resto. C’è il lavoro di un tecnico che produce buon calcio (se i vostri occhi non concordano, guardate i numeri della Lega Calcio), un tecnico il cui gioco nel novembre e dicembre del 2021 ha portato gli stessi che ora lo massacrano a scrivere senza alcun senso della misura “è questa l’Inter più bella di sempre?”.
L’Inter è certamente una squadra molto competitiva, viceversa non sarebbe tra le otto “elette”, ma è anche vero che è composta da giocatori per lo più arrivati a parametro zero e piuttosto stagionati. La rosa è passata dagli Hakimi ai Dumfries, dai Perisic ai Dimarco, dagli Skriniar “sul pezzo” agli Skriniar con la testa altrove, da Lukaku versione iena a Lukaku versione micetto. Sia chiaro, il sottoscritto è totalmente dalla parte di questi ragazzi (meraviglioso Darmian…), ma non è semplice reggere il confronto con chi ti ha preceduto se chi ti ha preceduto ha avuto mano libera, risorse, tutto, mentre chi è arrivato dopo ha trovato la cassaforte vuota.

In Portogallo i nerazzurri non hanno giocato la partita più bella del mondo, ma c’hanno messo carattere e identità. Chi è sceso in campo ha dato una netta risposta agli inquinatori di pozzi, quelli che “l’Inter è allo sbando, lo spogliatoio è spaccato”. Tutte chiacchiere. Il gruppo c’è, rema dalla stessa parte, non è perfetto ma neppure già in vacanza. Ecco perché il trattamento riservato all’allenatore è inaccettabile, ecco perché lo stesso allenatore si è lasciato andare nella sala stampa del Do Dragao.
Sapete che c’è? Ha fatto bene, perché buttar giù ha senso quando le critiche restano nell’ambito della correttezza, viceversa diventano pugnalate illogiche, strumentali, forse persino “strumentalizzate”.
Ok, bene, fin qui l’analisi, ora invece passiamo alle richieste: vincete la Champions, grazie.

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