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Bologna, Bazzani: "L'addio di Beukema non deve sorprendere, l'Atalanta insegna. Immobile ottimo acquisto, non farà da comparsa"

Bologna, Bazzani: "L'addio di Beukema non deve sorprendere, l'Atalanta insegna. Immobile ottimo acquisto, non farà da comparsa"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 08:15Serie A
di Leonardo Nevischi

Ieri sera il Bologna di Vincenzo Italiano si è ritrovato a cena a Casteldebole per dare ufficialmente il via alla stagione 2025-26, proprio lì dove un mese e mezzo fa aveva spento le luci di una stagione storica, culminata con la vittoria della Coppa Italia a 51 anni di distanza dall’ultima volta. Ad illuminare la scena ci ha pensato il neo arrivato Ciro Immobile, accolto con cori personalizzati e l’affetto di centinaia di tifosi rossoblù. Situazione molto più cringe per Sam Beukema, ormai con le valigie pronte in direzione Napoli, il quale in quell'ultima cena si sarà sentito un po' come Giuda con Gesù e il resto dei discepoli.

«Credo che ormai bisogna abituarsi al fatto che quando arrivano richieste di un certo tipo e un giocatore manifesta la volontà di andare a vivere altre esperienze, la società deve essere brava a sostituire e non pensare che vendere comporti di non poter essere competitivi - ha commentato Fabio Bazzani, collaboratore tecnico del Bologna nel 2022 e commentatore per DAZN, in esclusiva ai nostri microfoni -. Il Bologna con Sartori ha intrapreso questa strada e sicuramente è stato bravo l’anno scorso a sostituire Calafiori e Zirkzee. Quest’anno se dovessero partire Beukema e Ndoye sarebbero due perdite importanti, ma credo che l’esperienza insegni e Sartori sia in grado di trovare i profili giusti per sostituirli. L’unica cosa è che ai nuovi servirà tempo per inserirsi nei meccanismi dell’allenatore, mentre se invece riuscisse a mantenere gran parte dell’organico preesistente avrebbe il vantaggio della continuità tecnica. Comunque si arriva ad un momento in cui se le offerte sono importanti e i giocatori manifestano la voglia di voler andar via, non bisogna strapparsi i capelli. Sicuramente 4 anni fa il Bologna non aveva questi problemi, ora facendo dei campionati di vertice ha giocatori attenzioni e richiesti. L’Atalanta insegna: quando arrivano richieste si deve essere bravi a sostituire e monetizzare il più possibile».

Sicuramente tra Beukema, Lucumì e Ndoye, l'olandese era quello meno designato a lasciare il Bologna in estate. Si aspettava una sua presa di posizione così netta?

«Le dichiarazioni dei giocatori lasciano il tempo che trovano. Non bisogna cascare dalle nuvole, ma abituarsi al fatto che le ambizioni dei giocatori possano cambiare. L’importante è tenere duro fino a che il prezzo richiesto dalla società non viene colmato. Probabilmente Beukema è stato indirizzato dal suo entourage e anche Ronald Koeman, ct dell'Olanda, avrà avuto un peso specifico sulla scelta. Tuttavia bisogna meravigliarsi sempre meno di queste decisioni».

A differenza di Motta con la Juventus, Vincenzo Italiano ha rifiutato la corte del Milan. La sua permanenza rappresenta un valore aggiunto?

«Senz'altro, perché consente al Bologna di avere continuità tecnica: una cosa che quest'anno avranno solo il Napoli con Conte e la Juventus con Tudor. Le squadre della fascia medio-alta hanno cambiato tutte, quindi il Bologna ha un vantaggio che l’anno scorso non ha avuto e infatti inizialmente fece fatica. Per me Italiano ha fatto la scelta giusta perché a Bologna c’è tutto per far bene: una società ambiziosa, una proprietà solida e una piazza appassionata».

Sarà facile far accettare ad un attaccante del calibro di Immobile l'idea di non essere il titolare inamovibile del reparto? Si potrà integrare bene con Castro e Dallinga?

«Credo che Immobile ed Italiano si siano parlati. Vincenzo ruota moltissimo i giocatori e utilizza tutta la rosa. Ciro credo sia venuto con lo spirito giusto: sa che non potrà giocare tutte le partite, ma quando scenderà in campo darà grande spessore e personalità. Questi giocatori quando decidono di fare una scelta del genere è perché si sentono di poter essere ancora protagonisti e non per fare delle comparse. Il Bologna ha fatto un ottimo acquisto. Vero che è importante prendere giocatori di prospettiva da far crescere, ma quando vuoi fare risultato devi avere anche gente pronta subito. Immobile darà una mano anche in Europa League dall’alto della sua esperienza europea».

E Bernardeschi?

«Attendiamo l'ufficialità, ma ha l’età giusta per fare ancora bene, specie in un calcio verticale come quello di Italiano. Sta di fatto che si dovrà riadattare ai ritmi mentali e fisici del nostro campionato».

Che Bologna si aspetta nella prossima stagione?

«Mi aspetto un’altra annata da protagonista del Bologna perché ormai ha dimostrato di avere una società, una struttura e una squadra di un determinato status. Può lottare per le competizioni europee e si può giocare qualche trofeo. Quest’anno c’è la possibilità di fare una buonissima Europa League, dopo l’esperienza maturata in Champions. Il Bologna ci può entrare con consapevolezze diverse rispetto ad un anno fa: senza presunzione di andarla a vincere ma con l’ambizione di poter arrivare più lontano possibile. In campionato lotterà per i posti europei e in Coppa Italia vorrà difendere il titolo. Vedremo un Bologna come nelle ultime due stagioni».

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