Dalla Nigeria alla Lituania fino ai gol alla Weah in Francia: la Roma sfida Moffi

Un altro straordinario figlio del calcio nigeriano. Terem Moffi è il centravanti che stasera la difesa della Roma dovrà guardare, studiare e pure temere. Perché il classe 1999 è uno di quelli che hanno le spalle larghe e che quando attaccano in profondità, a campo aperto, oppure negli uno contro uno fisici, non fanno prigionieri.
La sua storia parte in Nigeria, sognando di diventare Didier Drogba, che pure era ivoriano. A undici anni, dopo i primi calci nelle squadre del paese, va alla Clique Sports Academy nella Capitale, a Lagos. Figlio di un ex portiere, si trasferisce poi a diciassette anni a studiare nel sud dell'Inghilterra ma la carriera da professionista inizia certamente lontano. In Lituania, all'FK Kauno Zalgiris. Gioca poco, gioca male, non segna praticamente mai. Resta fermo un anno in attesa dei documenti per potersi tesserare con il Riteriai, poi una volta risolte le questioni burocratiche, rimette gli scarpini e inizia a segnare. E' la nuova vita. Una media di quasi un gol a partita. E' la svolta, per Moffi. Va in Belgio al Kortrijk, l'inizio è shockante, poi inizia a ingranare e diventa titolare inamovibile. Il Lorient lo prende per 10 milioni, segnerà reti decisive contro PSG, Monaco e OM.
Fa gol alla George Weah, dei coast to coast che restano memorabili. Ha il fisico scolpito e velocità di punta da centometrista. Grezzo nella tecnica ma imprendibile nello spalla contro spalla a campo aperto, Gasperini e il gioco aggressivo della Roma sono avvisati. Vietato farlo girare. Una bestia così non la argina neanche il più rude dei Mancini.
