Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
esclusiva

Braida: "Il Milan sta tornando ai vertici. CDK? Non è che se paghi uno tanto..."

ESCLUSIVA TMW - Braida: "Il Milan sta tornando ai vertici. CDK? Non è che se paghi uno tanto..."TUTTO mercato WEB
© foto di Uff. Stampa Cremonese
giovedì 9 marzo 2023, 13:07Serie A
di Andrea Losapio

"Dopo tanti anni superare gli ottavi di finale, per il Milan, è una bella soddisfazione". È felice Ariedo Braida, attualmente consigliere strategico della Cremonese ma con un passato a fortissime tinte rossonere. "È stato un bel colpo, per tutti. Per Maldini, per Pioli, per i calciatori, per i tifosi che sono tantissimi. Alla fine è evidente che ci sia sempre un percorso da fare. Il Milan sta tornando ai vertici che gli competono, ha una grande storia ma è evidente che in qualche momento le buone notizie si interrompano, così come i risultati positivi".

E come si torna al top?
"Magari attraverso delle buone gestioni, con coerenza. Non c'è un segreto particolare, c'è l'attività, l'organizzazione".

Anche scegliendo bene i buoni giocatori.
"Bisogna andarli a vedere direttamente. Non bisogna fidarsi dei video, ingannano. Oppure degli algoritmi. Questi propongono dati che interessano ma che vanno valutati con l'occhio umano. È quello a decidere. L'organizzazione della società deve passare necessariamente dallo scouting, andare alla ricerca. I giocatori in giro per il mondo ci sono, bisogna scoprirli. E poi non tutti vedono le cose alla stessa maniera: quello che vedo io, magari, non lo vede un altro. Ognuno di noi ha la capacità e la sensibilità per vedere un calciatore. Perché a volte si può vedere una brutta prestazione, Messi qualche partita non la fa al massimo, quindi alle volte è umano".

Però Maldini non ha sbagliato molto in difesa.
"Il Milan ha un buon impianto di squadra, Maignan è un portiere bravo, molto bravo. I tre difensori anche, sono veloci. Per questo dico che bisogna sempre andare alla ricerca, trovare i calciatori e migliorare sempre. Perché se uno vince una Champions non è detto che non debba rivincerne un'altra. L'appetito vien mangiando, quando si comincia a vincere non ti stanchi mai. Ti stufi di perdere".

Chi non vince è il Paris Saint Germain...
"Ho visto la partita contro il Bayern dalla televisione, quello che posso dire e come ci fosse la sensazione di una squadra scollata, ci sono solo i singoli. Il calcio è un gioco di squadra, se non hai un impianto di gioco che ti supporta, che è organizzata, diventa difficile. L'impressione di ieri è estremamente negativa. Conosco anche l'allenatore, è bravo, ma ieri ha fatto male. Invece il Bayern ha giocato bene, per qualità e organizzazione. Anche con i campioni fai fatica...".

Sì, però nel Bayern sono entrati Sané, Mané, Cancelo e Gnabry...
"Nagelsmann è un grande allenatore, lo fa già da parecchi anni ed è solo un ragazzo. Oggi le squadre sono tutte corte, aggressive, hanno organizzazione e qualità. Poi bisogna crearsi un'identità che sviluppa il gioco. Tocca andare a mille all'ora, altrimenti gli avversari non ti fanno fare le cose, chi va più forte oggi vince. Chiaro che non sia sufficiente, serve una serie di ingredienti, ma se hai giocatori di prima fascia, organizzato bene, riesci a vincere. Altrimenti fai fatica".

Lei è stato al Barcellona e ha avuto Neymar e Messi...
"Sì, ma in una squadra di calcio ci sono le travi e le impalcature. Sono incrociate perché c'è un equilibrio che tiene in piedi il tutto. Se non trovi equilibrio non riesci a fare squadra. Questo è fondamentale, indispensabile. Serve un'idea efficiente, precisa. I calciatori, nei momenti difficili, devono sapere ciò che devono fare perché l'allenatore gli ha trasmesso quel tipo di valore. Una squadra ha bisogno di sincronismi per potere aiutare. Ieri l'impressione è che il Bayern avesse giocatori di qualità".

Sì, ma Mbappé e Messi hanno dominato la finale Mondiale...
"Sono due stelle incredibili, Messi è il giocatore numero uno al mondo con Mbappé. Però torniamo al discorso di prima, se non hai equilibrio, organizzazione, sacrificio... Per tenere questi due giocatori, di grande qualità, hai bisogno che gli altri siano compatti, organizzati, forti, aggressivi, rispettare i tempi di gioco. Oggi è molto difficile, tutti devono aiutare la squadra nei momenti difficili. Se due giocatori possono permettersi di fare quel che vogliono, a maggior ragione gli altri devono essere ben concentrati, organizzati, per sopperire mancanze o inefficienze. Quando sei in inferiorità numerica devi fare di necessità virtù: tre difensori possono fermare quattro attaccanti solo pensando bene a cosa fare. Come per i dirigenti".

In che senso?
"La competenza è fondamentale, l'algoritmo ti dà dei dati matematici e statistici, ma il calcio ha bisogno dell'occhio umano per le scelte. I freddi numeri non ti dicono che tipo di personalità ha un calciatore. Ce ne sono alcuni che hanno buoni numero ma poi vanno a San Siro, hanno l'ansia da prestazione e non comibnano niente. L'algoritmo non lo capisce, se hai esperienza a volte intuisci le caratteristiche, ma non hai un dato matematico. Qualcuno è bravo finché gioca in un certo tipo di club, è successo con tanti giocatori, anche a me. Quando arrivano a certi livelli si sentono le mancanze, altrimenti giocherebbero tutti nel PSG, nel Milan o nella Juventus".

Può essere il caso di De Ketelaere?
"Non è che se paghi tanto un calciatore è matematico che renda tanto. Semplicemente non lo sai. Quando compri un giocatore lo conosci in parte, quando lo hai ogni giorno impari a conoscerlo. Vedi tutti i pregi che l'occhio umano non può vedere, ma anche tutti i difetti. A volte ci sono calciatori che sono bravi, hanno numericamente e matematicamente certe qualità che vengono espresse da quanti tiri fanno, quanti assist. Poi bisogna conoscerli caratterialmente, certi hanno furore agonistico, altri meno. È qualcosa che vedi con occhio clinico, l'esperienza in questi casi aiuta. Vedere le partite, andare agli allenamenti, ci sono cose che durante la partita non emergono. Ci sono situazioni da tenere conto. Il calcio, purtroppo o per fortuna, non è matematico".

Per fortuna, direi.
"Capita che l'ultima in classifica batta la prima, anche con 30 punti di differenza. È la bellezza del calcio, dà a tutti la possibilità di vincere".

Si gioca 11 contro undici.
"Un mio amico, allenatore, mi ripeteva sempre: "Le partite iniziano 0-0, tutte, ma non si sa mai come vanno a finire". E ha ragione".

L'Italia sta tornando in Europa?
"È da un po' che non si vincono Champions, quanto è, 13 anni? Il Milan ha superato il turno dopo undici, ieri ha fatto bene. Il Napoli viaggia con il vento in poppa, ha qualità innegabili. L'Inter va più a corrente alternata, ma ci potrebbe essere davvero una rivincita nei confronti di altre nazioni, come l'Inghilterra. Se andassero tre squadre nelle prime otto sarebbe un grande risultato, almeno parziale".

Il Napoli può andare lontano?
"È solido, organizzato, lo vedo bene. Poi le partite, sa... Il Paris sta cercando di vincere ogni anno la Champions e va fuori. Il City, con Guardiola, non riesce a centrare l'impresa. È sempre complicato, si può fare con l'esperienza che ti insegna le cose. Qui profeti non ce ne sono".

A parte Ancelotti.
"Carletto, ehhhhhh... è vincente perché dove va riesce sempre a fare cose che altri non fanno. Non vinci una, due, tre Champions, non so quante ne ha vinte adesso, ma parecchie. Vuol dire che è un allenatore esperto, sereno, sa trasmettere tutti i valori che servono. La frenesia ti fa fare cose sbagliate, lui ha la serenità di lavorare con tranquillità, con impegno. Beh, rappresenta l'allenatore per eccellenza, è un vincente, sono i risultati che ha ottenuto a parlare per lui".

Un aneddoto?
"Non servono episodi a distinguerlo, secondo me è bravo perché rispecchia quel che era da giocatore. Riflessivo. Ha vinto ovunque, nei campionati più importanti. Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Germania... Ha dimostrato di sapere fare bene il suo lavoro, altrimenti non vai in giro per il mondo a vincere".

Due che hanno vinto tanto con lei sono Galliani e Ancelotti.
"Sa cosa c'è? Sono due persone straordinarie, hanno il calcio come motivo di vita. Quando li incontri parli di quello. Ho avuto il piacere di lavorare insieme a loro, da questi personaggio c'è solo da imparare, io ho appreso cose e fatte mie, li ringrazierò sempre".

Dove arriverà il Monza?
"Con due persone di grande livello... è chiaro, bisogna rispettare le dimensioni del club, ma possono ambire a cose importanti. Loro sanno farlo, hanno grande esperienza, hanno realizzato cose meravigliose per tantissimi anni, creato la squadra più vincente dell'epoca e forse della storia del gioco, conoscono i meandri del calcio e sanno come si lavora. Come si può fare bene vincere, perché lo hanno dimostrato".

Ma non è lo stesso calcio...
"Io direi che non è cambiato, è come la vita, gli anni passano. Però il fine è sempre fare gol, i contorni magari si modificano. Quelli bravi, di una volta, sarebbero bravi ancora adesso, sebbene poi ci siano epoche diverse e i cambiamenti succedono più rapidamente di quanto ce ne accorgiamo. Quello che vedevo vent'anni fa si è modificato, lo capisco tramite i figli, quello che intuisco io e quello che vivono loro. L'importante è fare calcio con passione, c'è bisogno di questo, è un gioco meraviglioso. Perché è seguito tanto? Sto dando molto peso al pubblico, ho visto che in questa stagione ci sono gli stadi sempre pieni, soprattutto San Siro. Non era così pre Covid, c'è voglia di evadere, di andare fuori, di stare all'aperto, di socializzare. Il calcio è una droga sana, buona, che ti fa bene. Il pallone mi fa sempre sognare".

Ecco, appunto, San Siro rischia di scomparire...
"È un peccato, se è sempre pieno dovremmo cercare di mantenere almeno lo stesso numero di posti. È chiaro che il mezzo più importante ora è la televisione, ma avere gli stadi pieni crea un'immagine bella e positiva, averli semivuoti è deprimente, crea disagio. San Siro è un monumento, ora non si capisce se le società decidono di rimanere, di fare due stadi. Penso a Wembley, monumento del calcio Mondiale, è stato abbattuto e rifatto completamente secondo le nuove esigenze, per un cambiamento della società. Gli stadi ora necessitano di avere servizi di un certo tipo, devono rispondere a esigenze".

Una battuta sulla Cremonese: dove arriva Carnesecchi?
"È molto interessante. Prima di prenderlo gli ho detto: "Tu devi venire qui perché è importante tu faccia un percorso. Non devono essere presenze sporadiche. Devi sapere che qui puoi sbagliare. Se vai da un'altra parte ti puntano il dito contro". Poi, certo, ha tutte le qualità tecniche, fisiche, umane, per essere un calciatore, un portiere di primo piano".

Quindi per una big?
"Ha le qualità per giocare a ottimi livelli".

© Riproduzione riservata
Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile